Lamezia Terme – È stato sottoscritto il protocollo d'intesa tra l'Università della Calabria, rappresentata dal rettore Gino Mirocle Crisci e la Fondazione Terina di Lamezia, rappresentata dal presidente Gennarino Masi. Protocollo che ha lo scopo di offrire uno scambio reciproco di energie per far crescere non solo i laboratori della Fondazione ma anche tutti gli studenti e i dottorandi che potranno ampliare la loro esperienza in un contesto che il rettore Crisci ha definito “eccezionale, e con poche similari in Italia”, e tali energie avranno lo scopo di dare i migliori servizi possibili alle aziende agroalimentari che hanno bisogno di consulenze specifiche. Prima della firma del Protocollo d'intesa, il rettore Crisci e il presidente Gennarino Masi hanno visitato i laboratori dotati di strumentazione all’avanguardia come ad esempio RNM (risonanza magnetica nucleare) e, come ha sottolineato la dottoressa Francesca Surace, biologa e attiva da più di dieci anni all'interno dei laboratori della Fondazione Terina, “Questo è un laboratorio di qualità e sicurezza degli alimenti e di analisi nel settore agro-alimentare, per diversi anni abbiamo lavorato su progetti di ricerca scientifici che hanno portato nel tempo a pubblicazioni sia a livello nazionale che internazionale” e ha aggiunto “le diverse figure che lavorano all'interno dei laboratori sono 9 ognuna con competenza specifica tra un perito chimico e un agronomo”.
Il Protocollo firmato nella giornata odierna è solo il primo di quelli che seguiranno e come ha affermato Masi “Cerchiamo di rilanciare la Fondazione Terina per la mission per cui è nata, cioè fornire servizi alle imprese utilizzando tutta quella strumentazione che in tutti questi anni è rimasta bloccata” e ha sottolineato “il protocollo con l'università ha, anche, lo scopo di rompere quel tabù secondo cui la Fondazione era vista solo come un carrozzone”.
Grande l'entusiasmo del rettore dell'Unical Gino Mirocle Crisci: “Questa struttura ha un know-how culturale e tecnologico che il territorio deve utilizzare” e “aggiunge le università sono nate per il territorio, quindi, qualsiasi coinvolgimento è ben accetto, in più, essere coinvolti con una struttura come questa è ancora più eccezionale”.
Antonia Butera
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