Sanità e numero chiuso, Esposito (Fmt): "Giovani medici vanno all’estero perchè condizioni sono migliori, basta improvvisazione"

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Catanzaro - Infuriano le polemiche sulla proposta di modifica del numero chiuso alla facoltà di medicina in discussione nel Parlamento. Anche la Federazione dei Medici Territoriali- FMT ha analizzato questa ipotesi e ne ha criticato modalità e obiettivi. Per Francesco Esposito, segretario nazionale di FMT, è giunto il momento di finirla con le “improvvisazioni”  ed è ora di cambiare rotta: “Programmazione è la parola magica da troppi anni assente nell’agenda politica sul SSN. Da alcuni decenni l'incapacità di programmare ha portato prima la pletora medica, poi la carenza di professionisti. L’ultima ‘trovata’ è in discussione in Parlamento e leggiamo che il Governo vuole cambiare il sistema d'ingresso per l'accesso alla facoltà di medicina. E abbiamo dei dubbi, seri dubbi”.

“Non ci interessa in questa sede discutere a fondo sul metodo, già oggetto di molte polemiche - spiega - ma vorremmo che finalmente si facesse una riflessione vera che partisse da una seria programmazione per evitare di ricreare una situazione di pletora medica. Certo ci chiediamo anche se le nostre università possano accogliere decina di migliaia di aspiranti medici. E già da qualche esponente del mondo accademico sono arrivate vibranti critiche. Però sulle modalità di selezione qualche osservazione vogliamo farla: siamo sicuri che non si vadano così a creare dei centri di potere nelle mani di pochi docenti che decideranno, arbitrariamente, la sorte di migliaia di futuri medici?”. 

“Nel frattempo - aggiunge Esposito - le Regioni importano medici stranieri dall'estero, mentre migliaia di medici italiani fuggono negli altri paesi europei, dove trovano migliori condizioni economiche di lavoro. Basterebbe fare un calcolo su quanto ci costa questa operazione, formarli nelle nostre università per poi perderli, e vedere se non è più fruttuoso trattenere i nostri giovani professionisti. Grazie a un sistema cervellotico e assurdo dal punto di vista economico, cioè si bloccano le assunzioni ma si ricorre ai ‘gettonisti’ per coprire le carenze: con costi aggiuntivi enormi.  Una operazione di cosmesi contabile: si trasferisce il costo del personale a quello di acquisto beni e servizi, così sembra si risparmi, ma dimenticando che comunque si fa ricorso alla fiscalità generale in entrambi i casi. Con due turni dei gettonisti potremmo incentivare i nostri medici per un mese, rendendo attraente economicamente alcune specialità. Questo sistema è grottesco. Pensiamo anche al sistema dell'emergenza-urgenza e del 118, per carenza di medici stiamo demecalizzando le nostre ambulanze ingolfando i pronti soccorso mentre l'obbiettivo dovrebbe essere all'opposto ovvero evitare il caos nei pronto soccorso, potenziando il territorio. Infine, i medici di famiglia che lasciano il lavoro perché appesantiti da pratiche burocratiche inutili e le istituzioni sanitarie nazionali si inventiamo oltre 100 note Aifa con una serie di ripetizioni inutili di piani terapeutici che sottraggono tempo alla cura delle persone”. 

“È ora di cambiare rotta - conclude Esposito -  basta improvvisazione, serve programmare, sburocratizzare e finanziare adeguatamente il SSN e puntare sui professionisti per rendere la sanità pubblica attrattiva e per salvarla da questo inesorabile declino”.

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