Lamezia, Murone: "Credo in una città che cresce con progetti concreti e non con slogan vuoti"

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Lamezia Terme - “In politica l’autorevolezza non si misura a colpi di ‘io sono’, ‘io ho fatto’, ‘io decido’. Non si conquista alzando la voce né imponendosi dove, nei fatti, non si è voluti. La recente passerella sul palco del PD lametino, con visi tesi e sguardi imbarazzati, dimostra quanto ormai quel progetto sia distante dal sentire vero dei lametini. Chissà che boccone amaro avranno dovuto ingoiare, ieri sera, molti esponenti del Pd lametino a dover stare su quel palco, visivamente in grande disagio".

Con queste parole Mario Murone, candidato a sindaco di Lamezia Terme, commenta con fermezza la recente apparizione pubblica della candidata Lo Moro, criticando "un modo di fare politica autoreferenziale e disconnesso dalla realtà cittadina".

“Nel mentre qualcuno parla di Lamezia da lontano – continua Murone – ieri ho vissuto una città vera, vibrante, partecipe. Dalla straordinaria 40ª Marcialonga di San Francesco di Paola, che ha visto la presenza di oltre 1600 cittadini, al Restart – Festival del Gaming, passando per il parco Peppino Impastato e il corso Numistrano, ho respirato l’energia di una Lamezia viva, giovane, capace di creare cultura, sport, socialità e condivisione.”

Murone sottolinea la sua visione di città: “Credo in una Lamezia che cresce con progetti concreti, non con slogan vuoti. Che si costruisce ogni giorno, senza proclami, senza scorciatoie, con impegno, investimenti mirati e soprattutto con amore vero per questo territorio. Sono tornato a viverci, a far crescere qui i miei figli, a lavorarci. Non l’ho mai usata per fini personali, a dispetto di chi ha sempre e soltanto usato Lamezia per scopi e interessi propri, dal crearsi l'isola pedonale e il giardino di palme sotto il balcone, allo svendere la ASL n.6 per avere in cambio l'inserimento di un emendamento che le consentisse la supervisione sui concorsi medici e non."

Il candidato conclude: “Nella giornata di oggi, che celebra la Festa della Repubblica Italiana, posso con sentimento  affermare che è il momento di riappropriarci del nostro orgoglio lametino, della nostra dignità di comunità. 

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