Lamezia Terme - "Nel confronto pubblico tra i due candidati sindaco tenutosi il 3 giugno, a pochi giorni dal ballottaggio, sono emersi con chiarezza orientamenti, stili e approcci profondamente differenti alla gestione della cosa pubblica". È quanto si legge in una nota della candidata Doris Lo Moro che, evidenziano "ha offerto risposte puntuali e articolate, confermando un profilo istituzionale solido e un'esperienza maturata sia a livello locale che nazionale. Diverse risposte della candidata sono state accompagnate da riferimenti concreti a progetti già realizzati: dalla sua presidenza di LameziaEuropa, al rilancio avviato attraverso i patti territoriali, fino all’acquisizione di 400 ettari di area industriale messi a disposizione dell’imprenditoria lametina. La proposta di governo della città si è strutturata su elementi operativi, con attenzione alla capacità di spesa, alla riqualificazione dei quartieri, all’efficienza amministrativa e alla coesione sociale".
Fondamentale la trasparenza - secondo la Lo Moro - che ha definito "la sua futura amministrazione "un palazzo di vetro" dove i cittadini possano entrare, vedere, chiedere e partecipare senza mediazioni opache. A emergere con forza è stato anche il diverso stile di comunicazione tra i due candidati. Se i toni iniziali sono apparsi pacati, nel corso dell’incontro il clima si è progressivamente acceso: a fronte di sussurri polemici e allusioni personali da parte dell’avv. Murone, Lo Moro ha mantenuto un atteggiamento fermo, chiaro, trasparente. Ha respinto le offese “en passant” e ha rilanciato con un messaggio che ha tenuto insieme fermezza e apertura: “La gente ha bisogno di personale politico che non parla male degli altri, ma che parla in maniera concreta, responsabile, leale”".
Un messaggio che Doris Lo Moro ha trasformato in un appello diretto a tutto l’elettorato: "a chi ha votato Bevilacqua, a chi ha espresso fiducia nelle liste che la sostengono (“unite e compatte”), ma anche a quanti, nel centrodestra, hanno mostrato distanza dal proprio candidato. “Se volete un’espressione pulita, avete chi votare”, ha dichiarato la candidata, sottolineando la natura inclusiva e trasversale della sua proposta". Doris Lo Moro ha affermato con decisione, durante il dibattito, "di percepire con chiarezza un consenso in crescita attorno alla sua candidatura. Una sicurezza - ha sottolineato - maturata nel contatto diretto con i cittadini durante i giorni di campagna, e che spiegherebbe, a suo dire, il nervosismo crescente mostrato dalla controparte. Diverso l’approccio dell’avv. Murone, che ha impostato il confronto rivendicando l’ampio risultato ottenuto al primo turno, sottolineando il vantaggio elettorale e l’importanza di una “maggioranza certa”. Tuttavia, come ricordato anche dal giornalista moderatore Antonio Cannone, la reale composizione del consiglio comunale resta un elemento ancora da verificare, in attesa dei risultati definitivi del ballottaggio. Murone ha insistito su una visione pragmatica e immediata, centrata sul decoro urbano, sul sostegno ai più deboli e sulla valorizzazione dell’imprenditoria locale. Ha rivendicato il risultato del primo turno, definendosi il candidato scelto dai lametini. Ha sottolineato l’importanza di una maggioranza stabile e ha invitato gli elettori a confermare al ballottaggio una guida in grado - secondo lui - di garantire governabilità attraverso il centrodestra".
In alcuni passaggi, tuttavia, prosegue la nota "le sue posizioni sono apparse meno definite nei dettagli. È il caso, ad esempio, dell’intervento sull’area industriale ex Sir, dove ha elogiato la capacità imprenditoriale lametina e definito l’esperienza “esemplare”, per poi liquidare il Centro Protesi - uno degli insediamenti più significativi in quell’area - come “una cattedrale nel deserto”. Una contraddizione che ha generato perplessità e commenti anche online, evidenziando un certo scollamento tra l’enfasi retorica e l’analisi concreta delle opere realizzate. Pur ribadendo l'importanza della filiera istituzionale e dei rapporti con i livelli di governo, Murone ha faticato a tradurre questo concetto in una visione operativa strutturata, giustamente dovuta ancora al fatto che bisognerà prima capire cosa l'attuale amministrazione lascerà. In conclusione, il confronto ha offerto ai cittadini uno spaccato nitido delle due opzioni in campo: da un lato, un’impostazione fondata su esperienza, metodo e visione strategica; dall’altro, una proposta più incentrata sull’effetto immediato e sul posizionamento politico. Saranno ora gli elettori, con il voto di giorno 8 e 9 giugno, a decidere quale idea di città intendono premiare".
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