San Martino, il Santo della condivisione: tra leggenda, vino novello e tradizioni di Calabria

Vino-novello-e-prodotti-autunno_c338d_80357.jpg

San Martino di Tours. Un Santo noto per un suo gesto di condivisione, una condivisione venuta da un suo caritatevole gesto nei confronti di un povero, al quale donò una parte del suo mantello. La leggenda narra che San Martino, un soldato romano, quando incontrò un infreddolito e seminudo mendicante, tremante dal freddo, si mosse a compassione così da tagliare con la spada parte del suo mantello per donarlo al povero e, proprio nell’occasione, avvenne il miracolo: il cielo si schiarì e il sole iniziò a scaldare la giornata proprio come se fosse estate. Da quel giorno, questo periodo di bel tempo autunnale è chiamato "Estate di San Martino".

Esiste anche un famoso proverbio probabilmente noto a tutte le latitudini, legato a San Martino, ossia: ‘A San Martino ogni mosto è vino’. Il proverbio vuole significare che l'11 novembre, giorno di San Martino di Tours, “il mosto fermentato durante la vendemmia diventa vino novello. Questo detto vuole così celebrare la fine del ciclo di raccolta dell’uva e l'arrivo della parte di bella stagione autunnale, detta ‘Estate di San Martino’ con il vino nuovo che si può gustare per la prima volta.  Nel complesso sono diversi i proverbi che si riferiscono a questo giorno e riguardano le stagioni e l’agricoltura: ‘Da san Martino l’inverno è vicino’, ‘l’estate di San Martino dura tre giorni e un pochino’, ‘Per San Martino cadono le foglie e si spilla il vino’. O quelli, anche calabresi, ‘A San Martino caccia l’acqua e minti u vinu’ (che vuole segnare il passaggio dalla siccità all’inizio della produzione vinicola), ‘Da san Martino l’inverno è in cammino’, ‘Per San Martino nespole e vino’ (indicando i prodotti agricoli stagionali), ‘Per San Martino si spilla il botticino’, Chi vuol fare buon vino zappi e poti a San Martino’.

Per quanto riguarda la Calabria il vino novello è celebrato con particolari momenti derivanti dalla tradizione contadina. Infatti, il vino nuovo è sempre stato un importante protagonista nonché fondamentale collante nelle tavole e nei banchetti fra amici, parenti e conoscenti.  Questo suo essere simbolo di forte convivialità, oltre alle degustazioni, fa da traino a sagre e feste a tema. Tra le pietanze non mancano il pane casereccio, la zuppa di ceci, le olive schiacciate e lo stoccafisso tutto accompagnato da un buon ‘bicchierino’. Altri piatti tipici sono salumi, castagne e dolci fra cui le zeppole e la pitta di San Martino (tipica del reggino) preparata con miele, uva passa e zucchero glassato.

F.I.

© RIPRODUZIONE RISERVATA