
Roma - Un importante traguardo raggiunto dall’associazione “Per Te” di Lamezia Terme, presieduta dalla criminologa Caterina Nero. Il suo libro “L’amore non uccide”, in onore di Adele Bruno, incentrato su documentati efferati femminicidi, giorno 12 novembre è approdato a Palazzo Madama. L’evento è preludio di un nuovo percorso accolto dalla sensibilità della senatrice Gelsomina Silvia Vono, dall’onorevole Maurizio Gasparri che ha visto promotore il senatore Adriano Parioli. L’Incontro condotto dalla relatrice Selenia Esposito che ha introdotto i presenti su temi complessi.
La senatrice Vono ha sottolineato l’importanza della differenza sul “quanto si dice” e il “quanto si fa”. Paragona il libro della Nero a un documento proprio per la peculiarità del metodo utilizzato. Sottolinea l’importanza di utilizzarlo nelle scuole per una educazione culturale da migliorare; del come la sensibilizzazione deve avvenire anche nel mondo delle istituzioni, spesso lontane perché legate alla dinamica della punizione più che della prevenzione e rieducazione dei soggetti violenti. Evidenzia come solo recentemente si dia spazio a questi due temi portati avanti in loco con decreti regionali ed esigui fondi, mentre sarebbe un ottimo strumento per rimodulare il femminicidio e gli episodi violenti ripetuti.Dichiara che più che educazione civica e ambientale, sia importante in primis, senza nulla togliere a queste, improntare l’educazione sul rispetto verso gli altri.

Una Nero visibilmente commossa, illustra gli scopi e i traguardi raggiunti dalla sua associazione, della cui la senatrice Vono è madrina. Non mancano i ringraziamenti al suo direttivo presente nell’aula “Caduti di Nassirya” e ai suoi soci. Racconta del come per lei sia una missione, dall’episodio della morte dello zio, il 12 novembre di trentanove anni fa, per mano di chi diceva di amarlo. Episodio che ha ispirato il titolo del suo libro/documento. Sottolinea che, chi muore, muore ma un lutto del genere diventi infinito per le famiglie: riferito ovviamente a tutte le persone che subiscono la perdita di un caro per mano di chi diceva di amarle.
Importante l’impegno di quanti, nonostante sia difficile dar aiuto e supporto, la affiancano in questo percorso come il Luogotenente c.s. CC in quiescenza Dott. Domenico Medici, il Sovraintendente Capo della P. di S. in quiescenza Luciano Conforti, l’avvocato Iolanda Sorrenti, il Parroco Pasquale Di Cello e tutti i membri. Il suo libro, parte della sua tesi di laurea, è nato dall’incoraggiamento di Igor Colombo: oggi entra nelle scuole e fra la gente. Usa un linguaggio semplice che arriva all’anima.
Spetta all’avvocato Iolanda Sorrenti e al Dott. Giuseppe Lucia, membro del Direttivo e Assistente Capo della Polizia Penitenziaria, illustrare le modifiche proposte all’attuale legge in vigore. L’Avv. Sorrenti entra in merito all’operato e agli scopi dell’associazione “Per te”, del loro dare aiuto in team come professionisti e del come continuano ad affiancare le vittime dopo i percorsi. Usa una frase che va dritta al cuore: donne che arrivano “denudate” a cui cerchiamo di restituire amor proprio, dignità e coraggio. Spiega come operando vicino alle vittime, comprendendo le lacune, si siano adoperati a cercare di colmarle in parte. Da qui la proposta di modifica all’art.3 del D.L. 93/2013 convertito in L. 119/2013 e modificato da L. 168/2023. Il Dott. Lucia legge il testo oggetto di modifica e integrazione, inquadrando ove operare modifica.
Chiarissime le esposizioni di entrambi, riassunte e che trovano fondamento nelle citate leggi e nell’art. 347 C.p.p. c. 1 a cui aggiungere c.1-bis nelle modalità di intervento per l’operatività del predetto art. 3. Sostanzialmente, fanno sapere in una nota “si dà potere immediato al Questore, al fine di ridurre al minimo i tempi a tutela della vittima, di intervenire drasticamente così da evitare che le condotte dell’aggressore si aggravino fino ad arrivare ad un triste epilogo. Lo scopo principale è quello di prevenire la commissione di ulteriori reati da parte dell’aggressore oltre a porre ad esso di intraprendere un percorso di cambiamento e responsabilizzazione rispetto alle condotte poste in essere. Detto così può sembrare riduttivo. L’ intervento delle forze dell’ordine è spesso incatenato dalla burocrazia, mentre il tempestivo intervento e un rapido indirizzamento possono prevenire recidività e salvare vite perché, di fatto, se ne impedisce fisicamente l’attacco. (n.d.a). Si ricordi che solo quest’anno il “femminicidio” è stato inserito nel Codice Penale come reato autonomo (precisazione dell’Esposito). Prende la parola l’ing.re De Nicola, presidente di Accademia&Eventi che ha edito il libro della Neri, per raccontare episodi di vita vissuta. Pone l’accento della diseducazione al rispetto perché la facilità di comunicazione, della comunicazione sbagliata, allontana dalla realtà. Parla di emergenza educativa perché se è vero che le leggi sono importanti è pur vero che a scuola c’è bisogno di insegnare il rispetto. Riprende la parola la Dott.ssa Nero, parlando di come si è stufi di veder nelle nostre città “panchine rosse” in ricordo delle vittime. Non ne sminuisce l’importanza ma sostiene che le vittime hanno bisogno di speranza. La sua associazione si è fatta promotrice della “Porta verde”: il simbolo che si può ricominciare e che c’è chi ti accompagna a quella porta per capovolgere la tua vita.
Chiude con poche righe del suo libro dedicate a una sua collega Loredana Scalone, uccisa il 25/11/2020 a Stalettì con 28 coltellate dall’uomo che amava. Venne ricoperta di calce e gettata in una scarpata. Un efferato e crudele omicidio, non notiziato come meritava solo perché in quei giorni la morte di Maradona faceva più notizia. Scrive la Nero: “Chiudo gli occhi sperando di ascoltare il mare, l’unica voce capace di coprire le grida di quell’uomo che ho deciso di amare. Non sento il dolore dei colpi che mi dà… Sento solo una fitta al cuore Pensando a tutte le volte che io l’ho chiamato Amore”. Forse è questo l’ultimo pensiero di chi è vittima di femminicidio? Tutte le volte che hai chiamato amore colui che ti uccide”.

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