Reggio Calabria - Una giovane di 25 anni è stata arrestata oggi dalla Squadra mobile di Reggio Calabria perché accusata di avere ucciso, soffocandoli, i suoi due bambini appena partoriti, di occultamento dei loro corpi nonché di soppressione di cadavere in relazione a un ulteriore bambino o bambina partorito tre anni fa. Nei confronti della donna, il gip ha emesso un'ordinanza di arresti domiciliari con braccialetto elettronico su richiesta della Procura. La donna è indiziata dei reati di "omicidio per soffocamento dei suoi due bambini appena partoriti, di occultamento dei loro corpi nonché di soppressione di cadavere in relazione a un ulteriore suo bambino o bambina partorito/a tre anni fa".
Le indagini partite a luglio dopo ritrovamento dei feti da parte dei genitori della donna
La triste vicenda inizia nel luglio dello scorso anno, quando i genitori della giovane hanno rinvenuto, all’interno di un armadio di casa in località Pellaro di Reggio Calabria, i corpicini senza vita dei due neonati avvolti in una coperta. Le indagini immediatamente avviate dalla Procura della Repubblica, e curate dalla Squadra Mobile, si sono sviluppate partendo dalla visione dei sistemi di videosorveglianza presenti nella zona, dai quali è emerso come la ragazza fosse sola all’interno dell’abitazione tra le 19 e le 20.30 del giorno 8 luglio, presunto orario del parto e della morte dei bambini.
Altro elemento importante è stato aggiunto dagli accertamenti di natura biologica, effettuati anche sul materiale organico sequestrato presso il Policlinico di Messina dove la ragazza era stata sottoposta ad intervento di raschiamento che hanno confermato che i due neonati erano figli dell’indagata, nati vivi e che la loro morte era stata causata da soffocamento. Sono stati poi ascoltati i familiari, ignari di quanto accaduto tra le mura domestiche, che hanno fatto emergere la circostanza di un ricovero della figlia presso il G.O.M. di Reggio Calabria, risalente a poco tempo prima del ritrovamento dei neonati, a causa di una forte emorragia. In relazione a tale episodio, la giovane aveva lamentato soltanto un generico malessere fisico, negando categoricamente di essere mai stata incinta. Il quadro indiziario, fatto salvo il principio di non colpevolezza fino a sentenza definitiva di condanna, è stato completato dall’analisi dei messaggi scambiati tra la donna ed il fidanzato, indagato per favoreggiamento personale, nel corso degli anni. Emerge, inoltre, come la giovane coppia abbia già vissuto identica situazione nell’anno 2022, con forti disaccordi tra i due circa il fatto di tenere o meno il figlio, fino al mese di agosto, data in cui la donna avrebbe partorito e soppresso il corpo del neonato appena partorito.
Pertanto, nel corso dell’operazione, la Squadra Mobile, con l’ausilio di unità cinofile specializzate (cani molecolari) e di un georadar, ha eseguito un decreto di perquisizione negli immobili di dimora dell’arrestata e del fidanzato nonché nei cortili, nei giardini e/o nei terreni comunque nella disponibilità dei medesimi o dei loro prossimi congiunti, finalizzato al rinvenimento di ulteriori resti umani eventualmente riconducibili al neonato/a partorito/a nel 2022.
© RIPRODUZIONE RISERVATA