
Lamezia Terme – Spetta alla polizia di Stato muovere le prime mosse per fare luce sull’incendio all’escavatore della ditta Ferraro, che due notti fa è stato dato alle fiamme nelle vicinanze del cantiere aperto solo poche settimane fa per i lavori di riqualificazione urbana previsti nell'ambito dei progetti Pinqua a San Teodoro.
Gli investigatori sono già a lavoro per raccogliere tutti gli elementi utili, a partire dalle immagini delle telecamere disponibili, e capire cosa sia esattamente accaduto nel cuore della notte – attorno all’1.30 – quando è stato dato l’allarme.
Tutte da verificare eventuali connessioni con i tre episodi criminali che si sono registrati nelle scorse settimane in città, ovvero tre ordigni esplosivi destinati ad altrettanti esercizi commerciali. Le indagini sono in mano alla procura di Lamezia e alla Dda di Catanzaro, impegnate per fare luce e delineare un quadro delle responsabilità. Quel che, per ora, appare agli occhi della città è una ripresa incalzante e preoccupante della violenza criminale, alla quale le istituzioni di controllo stanno reagendo con una serie di strumenti. Dopo la riunione del comitato per l’ordine pubblico – convocato subito dopo le intimidazioni ai negozi – è stata intensificata l’attività di controllo del territorio con un impegno massiccio delle forze dell’ordine.
La videosorveglianza è l’altro elemento di deterrenza, sebbene soprattutto il prefetto e il procuratore capo di Catanzaro, Salvatore Curcio, alla guida della procura lametina fino a un anno fa – in più occasioni pubbliche – si siano soffermati sull’assenza di denunce come dato preoccupante e indicativo di un tessuto sociale e civico ancora molto debole. Non sono mancate, invece, le reazioni delle istituzioni politiche, delle associazioni, dei partiti ferme nel condannare gli episodi criminali e nel ribadire il desiderio di riscatto della parte sana della città.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

