Catanzaro - La Dda di Salerno ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini preliminari all'avvocato e sindaco di Rende Marcello Manna e al giudice, ora sospeso, della Corte d'Appello di Catanzaro Marco Petrini. L'accusa per entrambi è quella di corruzione in atti giudiziari aggravata dal metodo mafioso per avere agevolato la cosca cosentina Lanzino-Patitucci. Secondo l'accusa, il 30 maggio 2019 Manna avrebbe consegnato a Petrini la somma di 5.000 euro in contanti all'interno una busta da lettere contenuta in una cartellina da studio, consegnata al giudice nel suo ufficio. In cambio Petrini avrebbe alterato "la dialettica processuale inquinando, metodologicamente, l'iter decisionale della Corte d'Assise d'Appello da lui presieduta" assolvendo Francesco Patitucci, difeso da Manna, già condannato in primo grado, con rito abbreviato a 30 anni di reclusione per concorso nell'omicidio di Luca Bruni avvenuto a Castrolibero il 3 gennaio 2012. La sentenza emessa il 4 dicembre 2019 sarebbe, secondo l'accusa, "contaminata in radice dagli eventi corruttivi".
Stralciata, rispetto alla prospettazione accusatoria originaria, la posizione dell'avvocato Luigi Gullo che, stando alle indagini, avrebbe agito d'intesa con Manna. Nello stesso capo di imputazione viene contestato un favore che Petrini avrebbe chiesto a Manna: intervenire in favore di un giovane regista di Lamezia Terme, cugino della moglie di Petrini, presso Giuseppe Citrigno, presidente della Calabria Film Commission. Di mezzo c'era l'attribuzione di un contributo, stabilito dal bando di gennaio 2019, "per l'attrazione e il sostegno di produzioni audiovisive e cinematografiche nazionali e internazionali nel territorio della Regione Calabria". Il regista ha ottenuto un contributo di 175mila euro a seguito di stipula della convenzione avvenuta in data uno ottobre 2019.
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