Arrestato nel reggino boss latitante Domenico Crea

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Reggio Calabria - Alle prime luci dell’alba, personale della Polizia di Stato della Squadra Mobile di Reggio Calabria, supportato da personale del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine e della Squadra Mobile di Vibo Valentia, ha arrestato in Santa Domenica di Ricati (VV) il latitante Domenico Crea, 37enne nato a Cinquefrondi (Rc), capo della consorteria mafiosa operante in Rizziconi e zone limitrofe, collegata ed imparentata con la famiglia Alvaro di Sinopoli. Crea era latitante dal 2015 quando venne colpito da misura cautelare per i reati di associazione mafiosa, estorsione ed altro a seguito di sentenza di condanna in primo grado a 15 anni di reclusione emessa dal Tribunale di Palmi. Da quella data Domenico Crea è stato colpito da numerosi provvedimenti restrittivi per associazione mafiosa ed estorsione ed è stato condannato in via definitiva, il 4 aprile 2019, a 21 anni di reclusione. L’indagine volta alla cattura del latitante è stata avviata dalla Squadra Mobile oltre tre anni fa con la collaborazione del Servizio Centrale Operativo e sotto la direzione della Procura della Repubblica Dda di Reggio Calabria ed è stata intensificata a seguito della cattura del fratello di Domenico, Giuseppe, avvenuta ad opera della Squadra Mobile di Reggio Calabria il 29 gennaio 2016, a seguito del quale Domenico Crea ha assunto il ruolo di capo indiscusso della consorteria criminale di Rizziconi.

Nella serata di ieri, a seguito di servizi di osservazione supportati da strumentazione tecnologica altamente sofisticata, si è avuta la certezza della presenza del latitante all’interno di una villetta in Santa Domenica dove è stato arrestato nella prima mattinata odierna. Il latitante era in compagnia della moglie e delle due figlie minori ed è stato trovato in possesso di 5 mila euro in contanti. Al vaglio la posizione di due coniugi proprietari dell’immobile messo a disposizione della famiglia del latitante.  

Era in una villa con vista sul mare

Non si nascondeva in un bunker, nascosto tra la fitta vegetazione dell'Aspromonte, Domenico Crea, ultimo rampollo della potente e feroce cosca di 'ndrangheta di Rizziconi, ma in una confortevole villa affacciata sul mare della Costa degli dei, a Santa Domenica di Ricadi, nel vibonese. E' qui che alle 5.30, lo hanno catturato gli uomini della Squadra mobile di Reggio Calabria e dello Sco, in collaborazione con personale di Vibo Valentia. "E' stata un'indagine classica, senza sbavature" ha affermato il questore di Reggio Calabria Maurizio Vallone, che ha incontrato i giornalisti insieme al procuratore capo della Dda reggina Giovanni Bombardieri, al procuratore aggiunto Gaetano Paci, al capo della Squadra mobile Francesco Rattà, e a Marco Garofalo dello Sco. "Sono stati tre anni di sacrifici - ha aggiunto il Questore - di dedizione, con momenti di sconforto e di esaltazione investigativa. Le ricerche dei latitanti sono così, durano tantissimo tempo durante il quale si raccolgono le molliche di Pollicino per fare un passo avanti".

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