Torino - E' prevista per oggi la sentenza del processo Minotauro, sulle presunte infiltrazioni della 'ndrangheta in provincia di Torino. Il collegio presieduto dal giudice Paola Trovati dovrà decidere il destino di 75 imputati, per 74 dei quali è stata chiesta la condanna a una somma complessiva di 733 anni di carcere. L'inchiesta era partita nel 2006 in seguito alle rivelazioni del pentito Rocco Varacalli e aveva portato, nel giugno 2011, all'arresto di 146 persone, ritenute, a diverso titolo, affiliate alle 'locali' presenti sul territorio della provincia.
Sciolte per infiltrazioni mafiose, in seguito, anche due amministrazioni comunali, quelle di Leinì, per il cui ex sindaco, Nevio Coral, la procura ha chiesto una pena di 10 anni, e Rivarolo Canavese, dove nei guai è invece finito l'ex segretario comunale Antonino Battaglia, per cui la richiesta è di sette anni. La pena più pesante, 22 anni, è stata chiesta per Vincenzo Argirò. Quelle che potrebbero arrivare oggi (la lettura del dispositivo avverrà probabilmente nel pomeriggio) non saranno comunque le prime pene inflitte dai giudici: in altri procedimenti, infatti, erano state già condannate 62 persone.
Imputato ribadisce: "Ho sepolto tre cadaveri"
"Ve lo confermo: il punto in cui sedici anni fa partecipai al seppellimento dei tre cadaveri è quello. Il mio ricordo mi porta li'. C'e' ancora la stradina che percorsi in auto". Lo ha detto oggi, ai giudici della Corte d'assise di Torino che lo stanno processando insieme ad altre quattro persone, Rosario Marando, il presunto affiliato alla 'ndrangheta che alcuni mesi fa, sia pure sottolineando di non essere ne' un pentito ne' un collaboratore di giustizia, ha rivelato di aver preso parte, nelle campagne di Volpiano, nel Torinese, alla sepoltura (ma non all'omicidio) di tre uomini uccisi nel 1997 in una faida. Marando e' giudicato a piede libero anche nel maxi-processo Minotauro, che andra' a sentenza oggi: il tribunale di Torino lo ha scarcerato lo scorso giugno con un'ordinanza che il suo difensore, l'avvocato Wilmer Perga, vorrebbe fare acquisire dalla Corte d'assise. Nei giorni scorsi e' tornato, da solo, nel luogo in cui si troverebbero i cadaveri e oggi, in aula, lo ha detto ai giudici. "Nei mesi scorsi - gli ha risposto il presidente, Pietro Capello - abbiamo fatto fare, nella zona che ci aveva indicato, scavi e monitoraggi dei terreni, operazioni che sono costate parecchi soldi, e non abbiamo trovato nulla. Ma di questo non gliene facciamo una colpa. Non abbiamo motivo di farle dei torti".
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