Villa San Giovanni – I carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Reggio Calabria, hanno eseguito il sequestro preventivo dell’impresa edile e del patrimonio aziendale di Antonio Calabrese, 58 enne di Villa San Giovanni.
Il valore stimato dell’azienda è di 800mila euro mentre per quanto riguarda il patrimonio aziendale si tratta di 7 veicoli per un valore totale di 250mila euro, 14 mezzi di cantiere per un valore totale di 350mila euro e 5 prodotti finanziari (conti correnti, polizze ecc.) del valore di 100mila euro. Il tutto, per un valore complessivo stimato di 1.500.000 euro.
Il decreto di sequestro preventivo e successiva integrazione, sono stati emessi dal Tribunale – Sezione GIP di Reggio Calabria a firma del dottor Marino. Il sequestro dei beni scaturisce da una attività investigativa svolta a seguito dell’operazione denominata “Sansone” eseguite dal ROS e dal Nucleo Investigativo del Comando Provinciale Carabinieri di Reggio Calabria nei confronti 28 persone contigue all’organizzazione della ‘ndrangheta appartenenti ai sodalizi criminosi “cosca Condello”, “cosca Buda-Imerti”, “cosca Zito-Bertuca” e “Garofalo” operanti in Reggio Calabria, Villa San Giovanni, Campo Calabro, Fiumara di Muro e tutto il territorio nazionale ed estero.
Nel mese di novembre fu sottoposta a sequestro preventivo in via d’urgenza l’impresa edile “Geom. Calabrese Pasquale” di Pasquale Calabrese di 64anni, con sede legale in Villa San Giovanni, perché considerata “impresa mafiosa” strumentalizzata per l’infiltrazione della cosca “Bertuca” nel settore delle attività economiche del comprensorio di Villa San Giovanni, anche in particolare per l’acquisizione di informazioni tecniche utili e necessarie alla perpetrazione di vicende estorsive nel mercato di riferimento. Sarebbero emersi, infatti, profili di evidente commistione tra la ditta (Geom. Calabrese Pasquale) e quella di Antonio Calabrese, in quanto vengono utilizzati gli stessi siti di ricovero mezzi e materiali edili su terreni di proprietà dei fratelli Pasquale e Antonio Calabrese, che numerosi appalti vengono eseguiti dalle suddette imprese edili su immobili di proprietà comune ed indivisa e quant’altro in comune. Le due imprese, quindi, sono state ricondotte ad un unico centro direzionale ed imprenditoriale con evidente commistione di interessi, strategie operative e patrimonio aziendale e che quindi l’impresa Antonio Calabrese rientra nel patrimonio aziendale di Pasquale Calabrese, in quanto quest’ultima, sarebbe strumento utilizzato e destinato a commettere il delitto traendo linfa dalle illecite cointestazioni tra uno dei titolari e la cosca di ‘ndrangheta egemone sul territorio.
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