Catanzaro - La Direzione Investigativa Antimafia ha eseguito un provvedimento di confisca definitiva, emesso della Corte d’Appello di Catanzaro e divenuto irrevocabile con Sentenza della Corte di Cassazione del 4 febbraio scorso. Nello specifico, la misura ablatoria – disposta a carico di 4 persone coinvolte nella nota operazione “Profilo Basso” della DDA di Catanzaro e giudicate colpevoli con verdetto irrevocabile, di associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio aggravati dall’agevolazione mafiosa – interessa beni mobili, immobili nonché rapporti bancari e beni rifugio per una cifra complessiva di circa 800 mila euro.
In dibattimento, infatti, hanno trovato ampie conferme le ipotesi accusatorie secondo cui i soggetti attinti dall’odierna confisca, con le loro condotte illecite, aiutarono i vertici delle locali di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda, nel Crotonese, a creare un network di imprese “fantasma” (cartiere) dedite all’emissione di FOI in favore di aziende terze colluse, consentendo a queste ultime di evadere le imposte sui redditi e l’IVA per importi ingenti, nonché di ottenere indebiti rimborsi dall’Erario per crediti fiscali nella realtà inesistenti. L’odierna operazione si inserisce nell’ambito delle attività istituzionali finalizzate all’aggressione delle illecite ricchezze acquisite e riconducibili, direttamente o indirettamente, a contesti delinquenziali, agendo così a tutela e salvaguardia della parte sana del tessuto economico nazionale.
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