Roma, 28 aprile - Durante la cerimonia di giuramento del governo Letta, un uomo ha sparato davanti a Palazzo Chigi, sede della presidenza del Consiglio colpendo due carabinieri. Ad aprire il fuoco un uomo in giacca e cravatta che all'improvviso ha sparato circa sette colpi. I due carabinieri avrebbero risposto al fuoco. L'uomo potrebbe essere uno squilibrato e, a sua volta ferito, è stato fermato dalle forze dell'ordine. La gente davanti il Quirinale è stata fatta defluire perchè si pensa di ci sia altro uomo armato che possa compiere azioni. Stesso discorso per palazzo Chigi, la gente è stata fatta defluire. Si teme azione non isolata. I neo ministri sono stati trattenuti presso il Quirinale dopo il giuramento in quanto si teme per la sicurezza degli stessi. Il Governo, infatti, doveva riunirsi subito dopo il giuramento proprio a Palazzo Chigi. Dopo aver accertato tutte le condizioni di sicurezza è avvenuto il passaggio di consegne a Palazzo Chigi tra governo uscentre guidato da Monti ed esecutivo Letta aperto con una relazione di Alfano sull'accaduto.
Lo sparatore è un calabrese di Rosarno
Si tratta di Luigi Preiti, 46 anni calabrese di Rosarno ma domiciliato in Piemonte, è incensurato e avrebbe agito solo. Secondo una prima ricostruzione, l'uomo in giacca e cravatta è arrivata Intorno alle 11:30 l'uomo all'angolo tra Palazzo Chigi e il palazzo sede del quotidiano Il Tempo, in piazza Colonna. L'uomo ha tirato fuori la pistola e ha cominciato a sparare contro il cordone di sicurezza nella piazza formato dai carabinieri. Uno dei due carabinieri feriti è stato colpito a distanza ravvicinata alla gola. Poi l'attentatore ha continuato a sparare contro gli altri militari ferendone almeno altri due. A quel punto gli altri carabinieri presenti si sono gettati a terra ma sono riusciti a ferire l'uomo, immobilizzarlo e arrestarlo. Diverse le persone presenti, tra cui anche una donna che è stata leggermente anche lei ferita di striscio, che sono state soccorse dalle ambulanze per soccorrere le persone che alla vista della scena si sono sentite male e trasportate nell'androne di palazzo Chigi. Alfano, neo ministro dell'Interno, è stato avvisato durante la cerimonia dell'evolversi della situazione. L'attentatore si pensa sia affetto da patologia psichiatrica.
Famiglia Preiti da molti anni emigrata in Piemonte
Vive da molti anni ad Alessandria, in Piemonte, Luigi Preiti, l'uomo di 46 anni, autore della sparatoria davanti a Palazzo Chigi. Secondo quanto si è appreso l'uomo è emigrato con la sua famiglia da molti anni in Piemonte.
Fratello di Preiti: "Mio fratello non è squilibrato. Non sappiamo spiegarci l'accaduto"
Luigi Preiti "non è uno squilibrato, non ha mai sofferto di patologia psichiatriche": lo ha detto all'Ansa il fratello Arcangelo. "Siamo allibiti, non sappiamo spiegarci quel che è potuto accadere". Il fratello che vive ad Alessandri aggiunge che luigi, dopo la separazione dalla moglie avvenuta due anni e mezzo fa, sarebbe ritornato a vivere in Calabria con i genitori. Preiti ha un figlio che ora ha dieci anni e vive a Predosa (Alessandria) con la madre.
Disoccupato con il vizio del videopoker ed in crisi dopo seprarazione da moglie
Luigi Preiti sarebbe entrato in crisi dopo la separazione dalla moglie, sembra per cause dovute a problemi economici. Lo si apprende da fonti investigative qualificate secondo le quali l'uomo che ha sparato a due carabinieri a palazzo Chigi, era disoccupato e, negli ultimi tempi, sarebbe finito nel giro dei videopoker. Le stesse fonti ribadiscono che Preiti ha agito da solo. Luigi Preiti, muratore, aveva deciso due anni fa di lasciare il Piemonte e tornare dai genitori in Calabria anche per la perditan del lavoro. L'uomo era disoccupato e svolgeva lavori saltuari.
Preiti disoccupato girava da tempo l'Italia in cerca di lavoro
Preiti aveva iniziato a girare da qualche tempo in tutta Italia in cerca di lavoro, dopo la separazione dalla moglie provocata da problemi economici. Preiti non si rassegnava alla sua condizione di disoccupato e questo lo aveva portato negli ultimi tempi a cercare dappertutto occasioni lavoro, senza però riuscirci. Situazione che aveva accentuato fortemente la sua condizione di disagio.
Chi sono i carabinieri feriti
I carabinieri feriti dall'attentatore davanti a Palazzo Chigi sono il brigadiere Giuseppe Giangrande, di 50 anni, e il carabiniere scelto Francesco Negri, di 30, ferito ad una gamba. Sia il brigadiere sia l'appuntato sono effettivi al Battaglione Toscana. Il brigadiere Giuseppe Giangrande è ricoverato in prognosi riservata per una ferita al collo, mentre il carabiniere scelto Negri è ferito gravemente alla gamba ma non versa in pericolo di vita. Lo si apprende da fonti dell'Arma.
Brigadiere ferito, lesa colonna vertebrale
Secondo il bollettino medico, Giangrande è arrivato in codice rosso alle 12.03 al Pronto Soccorso dell' Umberto I. "Presentava una ferita d'arma da fuoco con foro di entrata nella regione laterale del collo sinistra e non si apprezzava foro di uscita - si legge -. Il proiettile è stato estratto dalla regione sovrascapolare destra. Gli accertamenti eseguiti hanno dimostrato che nel tragitto il proiettile ha leso la colonna vertebrale cervicale". Ora l'uomo è sottoposto ad accertamenti per valutare un eventuale intervento chirurgico.
Sindaco Rosarno: "Preiti mai dato segni di disagio"
"Da quello che mi è stato riferito Luigi Preiti non aveva mai dato segni di disagio". Lo ha detto Elisabetta Tripodi, sindaco di Rosarno che ha aggiunto come "Preiti non mi risulta sia mai stato segnalato ai servizi sociali del Comune".
Fratello Preiti: "Chiediamo scusa famiglie carabinieri. I nostri genitori anziani sono sconvolti"
"Non so cosa gli sia successo, chiediamo scusa alla cittadinanza e alle famiglie dei carabinieri". "I miei genitori quando li ho chiamati - aggiunge l'uomo - non sapevano ancora nulla, sono rimasti sconvolti e non sanno come spiegarsi una cosa del genere". "Siamo sconvolti tutti quanti non sappiamo perché è successo, si era separato dalla moglie 3 anni fa e lavorava e viveva qui in Piemonte, poi ha perso anche il lavoro e viveva con i miei giù in Calabria - aggiunge - Non so come si sia procurato la pistola". "Spero che stia bene - dice ancora il fratello dell'uomo - soprattutto per i miei genitori che sono anche anziani, abbiamo già tanti problemi, ci mancava anche questo". "Siamo dispiaciuti per questi carabinieri e chiediamo scusa ai parenti - prosegue Arcangelo Preiti - L'ho visto l'ultima volta ad agosto dell'anno scorso, quando sono andato in ferie, non ho notato nulla di strano in lui. Il fratello di Preiti ha poi aggiunto che "Luigi è una persona intelligente ed un lavoratore in gamba, molto professionale, e lo è sempre stato. - aggiunge Arcangelo Preti - Lo avevo visto l'ultima volta nell'agosto scorso, ed era tranquillo, come sempre". "Non è certo - dice ancora il fratello - un malato di mente. Io e Luigi non ci facevamo confidenze particolari ma posso assicurare che è un ragazzo a posto. E' scandaloso che qualcuno abbia scritto o detto che aveva problemi psichiatrici. Quando - prosegue Arcangelo Preiti - ho scoperto che a sparare a Roma era stato mio fratello, sono letteralmente caduto dalla sedia mentre pranzavo". "Certo - prosegue Arcangelo Preiti - la separazione dalla moglie e dal figlio lo aveva provato, quella scelta aveva fatto soffrire entrambi. L'ho constatato due mesi fa quando sono andato al funerale del padre della mia ex cognata: ho capito che Ivana continuava a soffrire. D'altronde non può essere altrimenti quando c'e un bambino di mezzo. Ma neanche le nostre due sorelle sanno spiegare cosa gli sia scattato in testa. Luigi - ripete il fratello - non è un malato di mente né un terrorista. Giocava d'azzardo? Questo non lo so", conclude rispondendo ad una domanda su un'informazione fatta trapelare dalle forze dell'ordine. Arcangelo Preiti si congeda dicendo di essere in partenza per Roma e Rosarno: "Voglio incontrare mia madre che è anziana ed é molto provata da questa storia - spiega -. Poi spero di potere vedere anche mio fratello. So, tuttavia, che mi ci vorranno cinque-sei giorni, con quel che è capitato temo che dovrò aspettare. Telefono a mia madre e parto".
Preiti a Roma per "gesto eclatante"
Secondo fonti investigative Luigi Preiti sarebbe venuto a Roma proprio con l'intenzione di compiere un "gesto eclatante". Da quanto si è appreso dai carabinieri l'uomo sarebbe arrivato nella capitale con questo intento: non è stato accertato se è arrivato già armato o se la pistola se l'é procurata a Roma.
Alfano: Preiti voleva suicidarsi
Luigi Preiti "voleva suicidarsi" dopo aver sparato ai carabinieri "ma non c'è riuscito perché aveva finito il caricatore". Lo ha detto il ministro dell'Interno Angelino Alfano parlando di un "tragico gesto criminale di un disoccupato".
Carabinieri prelevano documenti da casa Preiti a Rosarno
Hanno portato via alcune buste contenente documenti e altro materiale appartenente a Luigi Preiti i carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria che hanno compiuto una perquisizione in casa dei genitori dell'uomo che ha sparato davanti Palazzo Chigi.
Preiti sposato due volte e per due volte matrimonio fallito
Era stato sposato due volte Luigi Preiti, lo sparatore di Palazzo Chigi, nel corso della sua ventennale permanenza in Piemonte ed entrambe le unioni erano fallite. A raccontarlo sono i vicini di casa di Rosarno. Entrambe le mogli di Preiti sono piemontesi e con la seconda si era separato dopo che aveva perso il lavoro.
Ex moglie: "Sono sconvolta. Non lo vedo da prima comunione nostro figlio"
"Sono sconvolta, non riesco ancora a credere che lo abbia fatto". Queste sono le poche parole con cui l'ex moglie di Luigi Preiti, Ivana, commenta la sparatoria. Separati da tempo, la donna non ha più avuto contatti con l'ex marito da diversi mesi. L'ultima volta che Luigi Preiti era stato a Predosa e l'aveva incontrata è stato lo scorso anno per la Prima Comunione del figlio. Sia la casa della donna che quella del freatello di Preiti sono state perquisite. Successivamente sia l'ex moglie che il fratello di Preiti sono stati sentiti dal questore di Alessandria Filippo Dispenza, per chiarire alcuni aspetti della vita privata dell'uomo e, secondo quanto si apprende, Preiti avrebbe accusato alcuni problemi dalla separazione dovuti alla passione per il gioco d'azzardo con slot machine.
In provincia d'Alessandria lo ricordano come gran lavoratore
"Lo ricordo come un bravo ragazzo ed un grandissimo lavoratore". Così l'amico Franco parla di Luigi Preiti. "Gino (come lo chiamavano a Predosa, ndr) era un bravissimo muratore. Ha fatto anche dei lavoratori a casa mia e ogni tanto lo accompagnavo con l'auto a lavorare. Mi auguro che i giudici capiscano la sua disperazione, perché un uomo senza lavoro non può andare avanti, e che non gli diano la pena più severa". Anche davanti il municipio gli abitanti di Predosa dicono "Non ci ha mai creato dei problemi, ne ci risultava che ne avesse di tipo psicologico".
Cugino Preiti: "E' partito ieri ma non ha detto dove andava. Gli zii sono sconvolti"
"E' uscito ieri da casa senza dire dove fosse diretto e cosa dovesse fare". Lo ha detto un cugino di Luigi Preiti, uscendo da casa della famiglia dell'uomo che ha sparato oggi davanti a Palazzo Chigi. "I genitori, quando hanno saputo dell'accaduto - ha aggiunto - sono rimasti sbigottiti e increduli". Preiti, che possiede un'auto, si sarebbe recato a Roma con la propria vettura.
Preiti confessa: "Ho voluto fare gesto eclatante. Non odio nessuno ma sono disperato"
"Ho voluto fare un gesto eclatante in un giorno importante: non odio nessuno in particolare ma sono disperato". Luigi PreitI ha tentato di giustificare così il suo gesto nel corso dell'interrogatorio col procuratore aggiunto Pierfilippo Laviani e il pm Antonella Nespola.
Ex moglie: "Luigi è stato un buon padre"
"Luigi non ha mai fatto mancare nulla al figlio". Lo ha detto Ivana Dan, 40 anni, ex moglie dell'uomo che oggi ha ferito due carabinieri davanti a Palazzo Chigi, nel corso di un breve colloquio con i giornalisti davanti alla sua porta di casa a Predosa, 2.100 abitanti ad una ventina di chilometri da Alessandria. "E' sempre stato un buon padre", ha aggiunto la donna, lunghi capelli neri, jeans e giubbotto di pelle nera. Dalla sua bocca non esce neppure una parola negativa nei confronti dell'ex marito, dalla quale si era separata nel 2011, quando l'uomo aveva fatto ritorno a Rosarno. Eppure, gli ultimi anni di vita coniugale non devono essere stati semplici. "Era preda del gioco", ha detto agli investigatori, che hanno ascoltato a lungo il suo racconto e quello del fratello dell'uomo, Arcangelo, anche lui d'accordo sul fatto che i problemi erano iniziati proprio a causa del gioco. Prima le slot machine, poi il biliardino, a cui aveva perso un sacco di soldi.
Legale: "Preiti rischia dieci anni. Il suo gesto nasce da depressione"
"Quando ha saputo di aver ferito dei carabinieri si è messo a piangere, si è mortificato per ciò che ha fatto e ha chiesto scusa". Lo ha dichiarato a Tgcom24 il legale d'ufficio di Luigi Preiti, Mauro Danielli. "Patologie particolari dovranno esser appurate. Preiti è vittima di una depressione da parecchi anni che potrebbe essere sfociata in questo gesto", ha detto il legale. "Credo che si tratti di un vero e proprio ictus rabbioso", ha aggiunto "coscientemente non voleva fare del male a nessuno, è una persona molto mite. Si è mortificato per quello che ha fatto e ha chiesto scusa". La confessione, secondo quanto riferisce il legale "è piena di 'non ricordo esattamente cosa è successo', a conferma del fatto che non fosse consapevole di quello che stava accadendo. Si è reso conto dopo di quello che aveva fatto". "La pistola? Dice di averla comprata qualche anno fa, non ha dato altri ragguagli", ha concludo Danielli.
Scopelliti: "Gesto alla base della crisi economica fomentato da sobillatori di popolo"
"Massima solidarietà alle forze dell'ordine che, ogni giorno e in ogni parte d'Italia, garantiscono la sicurezza dei cittadini, e in particolar modo ai carabinieri, che tra ieri e oggi hanno pagato con un duro tributo di sangue il loro servizio della comunità". E' quanto afferma il presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, in merito a quanto accaduto davanti Palazzo Chigi. "Se fosse vero quanto sta emergendo in questi istanti dalle parole del fratello dell'attentatore di palazzo Chigi - aggiunge - ci troviamo di fronte all'ennesima prova che la dura crisi economica che sta distruggendo il tessuto sociale del nostro paese è la principale causa di gesti estremi della disperazione più totale. Se a questo aggiungiamo la continua benzina sul fuoco che gettano alcuni sobillatori di popolo, anche in Calabria, capaci solo di chiacchierare su internet e di impartire ordini ai loro pupazzi all'interno delle istituzioni, ecco completata la miscela esplosiva che può creare casi gravi ed eclatanti come quello accaduto oggi a Roma". "Noi politici - dice ancora Scopelliti - siamo chiamati ogni giorno ad affrontare con estrema responsabilià sfide e crisi sul territorio. Chi invece con la politica intende solo giocare sulla pelle degli altri, non è degno né di sedere in Parlamento, né tanto meno di guidare un movimento politico. Nel giorno in cui si insedia il nuovo governo, a cui tutti guardiamo con speranza per uscire dalle secche di questa crisi, invito tutti alla cautela e a riflettere per creare un clima più disteso per il bene dell'Italia".
Paola (sindaco Conflenti): "Solidarietà all'arma dei Carabinieri"
“Il Sindaco e l'Amministrazione Comunale di Conflenti esprimono solidarietà all'arma dei carabinieri per il gravissimo fatto di sangue avvenuto sullo scenario di piazza Colonna a Roma, proprio nella giornata di giuramento dei ministri del nuovo governo. Credo sia importante che giunga al palazzo anche la voce ed il sentimento di condanna proveniente dalle istituzioni della periferia, soprattutto di quella calabrese. L'evento odierno, poiché materialmente eseguito da un calabrese, indurrà qualcuno alla strumentalizzazione, attribuendone la causa, non già ad un evidente e stratificato disagio sociale, ma alla solita "maldestra origine territoriale" dell'esecutore. Confermo la necessità di manifestare, a tutti i livelli istituzionali, la rigogliosità dei valori culturali che è insita nella stragrande maggioranza della popolazione calabrese. La nota giungerà al prefetto di Catanzaro Antonio Reppucci; ai vertici dell'arma dei carabinieri, per il tramite del comandante della stazione di Conflenti, maresciallo Leonardo Citino ed al ministro degli interni on. Angelino Alfano.”
La scena ripresa da telecamere
Passo normale, sguardo dritto davanti a sé, mani in tasca: così Luigi Preiti è arrivato davanti a palazzo Chigi, dove ha sparato a due carabinieri. La dinamica della sparatoria è stata ripresa da almeno tre telecamere di sicurezza montate all'esterno di palazzo Chigi e di Montecitorio. Chi ha potuto visionare il filmato descrive così le immagini: "Preiti si è avvicinato provenendo da piazza Montecitorio. Quando è arrivato vicino alla camionetta dei carabinieri, i militari gli hanno faTto segno di fermarsi, in quanto proprio in quel momento si stava chiudendo la piazza in vista dell'arrivo dei ministri dopo il giuramento al Quirinale". A quel punto, raccontano le fonti, "l'uomo ha estratto la pistola e ha fatto fuoco contro i due carabinieri". Dalle immagini si vede Preiti che spara ad altezza uomo e uno dei due carabinieri che finisce a terra. Si vedono anche una bambina che si porta le mani alle orecchie per coprire il rumore degli spari e tre persone che si riparano dietro la garitta all'angolo di palazzo Chigi. Una di queste sarebbe la donna incinta rimasta lievemente ferita. Anche un bambino, di circa tre anni, secondo fonti di polizia si sarebbe contuso il volto, cadendo a terra nella fuga. Le ultime immagini riprendono Preiti in terra, bloccato dagli uomini della sicurezza e altre decine di poliziotti e carabinieri che invitano la gente a lasciare la piazza. Poi l'arrivo delle ambulanze. Secondo le stesse fonti, e come dimostrano le riprese delle telecamere, Preiti non ha mai varcato le transenne di piazza Colonna, che proprio in quel momento era stata chiusa. Nonostante ciò i sei bossoli rinvenuti sulla scena, sono stati tutti trovati all'interno della piazza, qualche metro oltre le transenne. Una circostanza che gli investigatori ritengono perfettamente compatibile con la dinamica fin qui accertata, visto che i bossoli vengono espulsi dall'arma e visto il trambusto seguito all'accaduto.
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