Verbania - Oggi si è svolta l'udienza preliminare a Verbania per il disastro del 23 maggio 2021. Quattordici le vittime, cinque famiglie devastate dall'incidente di Stresa: tre residenti in Lombardia, una in Emilia Romagna e una in Calabria. Sono undici le parti civili ad avere avanzato richiesta di costituzione nel processo per lo schianto della cabina numero 3 del Mottarone. Sei di queste lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati: si tratta della Regione Piemonte, del Comune di Stresa, di Eitan Biran, di alcuni parenti di Serena Cosentino, una delle vittime dell'incidente, e dell'Anmil (Associazione nazionale fra lavoratori mutilati e invalidi del lavoro). Altre cinque parti lo hanno fatto nei confronti di tutti gli imputati esclusa la società Leitner. In aula anche Shmuel Peleg, il nonno materno di Eitan, unico sopravvissuto.
È durata circa un'ora e mezza l'udienza preliminare del processo Mottarone, che si è celebrata questa mattina alla Casa della Resistenza di Verbania. I legali di undici parti civili hanno avanzato richiesta di costituzione e, al termine dell'udienza, è stato disposto il rinvio al 27 febbraio. In calendario sono poi state fissate udienze ogni due settimane, sempre di martedì, fino al 4 giugno.
Le vittime calabresi
La ragazza, Serena Cosentino, di 27 anni, di Diamante, da alcuni mesi si era trasferita a Verbania dove aveva vinto un concorso come borsista di ricerca al Cnr Istituto di Ricerca sulle Acque prendendo servizio il 15 marzo. In precedenza aveva studiato alla Sapienza di Roma. Nell'incidente è morto anche il fidanzato Mohammadreza Shahaisavandi 23 anni, iraniano. Anche lui residente a Diamante anche se viveva a Roma dove studiava. Il ragazzo, secondo quanto si è saputo, era andato a trovare la fidanza a Verbania e insieme erano andati a fare una gita sul Mottarone.
Legale Leitner: "Risarciti oltre 50 familiari"
"È interesse di tutte le parti dare al ragazzo, che oggi fa la terza elementare, la miglior vita possibile. Il futuro migliore passa attraverso una vita per quanto possibile serena". Lo ha detto l'avvocato Fabrizio Ventimiglia, legale di Eitan Biran, il bambino unico sopravvissuto dell'incidente della funivia del Mottarone del 23 maggio 2021, prima dell'inizio dell'udienza preliminare che si svolge presso la Casa della Resistenza di Verbania. "Vogliamo trovare un accordo con tutti per revocare quanto prima la costituzione parte civile", ha aggiunto Ventimiglia, dicendosi "fiducioso che si possa essere molto rapidi" nella definizione del risarcimento, "proprio perché è interesse di tutti". "La posizione dei famigliari israeliani sarà più che altro una testimonianza, una presenza morale molto significativa", ha affermato l'avvocato Francesco Caroleo Grimaldi, che rappresenta parte dei famigliari di Eitan. "Il danno non è risarcibile, è un nucleo famigliare totalmente sterminato", ha detto, annunciando che i suoi assistiti si costituiranno "parte civile nei confronti di Ferrovie del Mottarone e dei responsabili della società". Marcello Perillo, avvocato di Gabriele Tadini, caposervizio dell'impianto al momento dell'incidente, ha parlato invece dell'eventualità di chiedere il rito abbreviato per il suo assistito: "Non mi sbilancio ancora, non abbiamo ancora escluso nulla. Il patteggiamento non è stato neanche preso in considerazione, altrimenti andiamo a processo". Per l'incidente che costò la vita a 14 persone, a settembre la procura di Verbania ha chiesto il processo per sei persone: si tratta di Luigi Nerini, titolare della Ferrovie del Mottarone, Enrico Perocchio e Gabriele Tadini, allora rispettivamente direttore d'esercizio e capo servizio dell'impianto, Anton Seeber, presidente del cda di Leitner, il gruppo incaricato della manutenzione, Martin Leitner, consigliere delegato e Peter Rabanser, responsabile del customer service. Oltre a loro, sono imputate le due società.
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