Lamezia Terme - “La scelta” libro di Adriana Lopez, edito Calabria Letteraria, presentato questa sera presso la libreria Tavella di Lamezia Terme, prossimamente presente anche al Salone del libro internazionale di Torino è un inno alla vita, in particolare alla maternità. Un concetto, quello dell’essere mamma, che l’autrice ha saputo consolidare nel tempo nonostante le varie difficoltà incontrate nel suo cammino. A coordinare la serata Maria Teresa Notarianni, mentre Ulderico Nisticò ha delineato, attraverso il suo intervento, i due fili conduttori dell’intera trama. Nel corso della presentazione ci sono stati anche frammenti di lettura a cura di Salvatore Venuto, attore del Teatro di Calabria.
La Lopez racconta la sua storia, ambientata in un paesino della provincia di Catanzaro, negli anni 70’, di come ad un certo punto della sua vita decide di dare un taglio alle logiche di paese, alle mentalità ristrette in ambito familiare, e lo fa portando avanti la sua scelta: mettere al mondo un figlio da sola. Un figlio, Andrea, che ancora a distanza di 41 anni non conosce suo padre. Un episodio che fino a 41 anni fa poteva appariva sicuramente tragico e motivo di forte turbamento psicologico e morale a causa del sentimento ostile insito nella società. “Oggi il tempo del pettegolezzo dura poco più di 10 minuti perché si è totalmente indifferenti” – dice Ulderico Nisticò. Un’immagine negativa dell’uomo è quella che si porta continuamente avanti Adriana. Dunque da un lato, il libro racconta della figura di un uomo duro, superficiale che scompare ma che l’autrice non dimentica, dall’altro emerge invece la figura maschile di un altro uomo, il figlio, che compensa le cattive memorie, che le dona entusiasmo e gioia. “La trama è questa: un uomo da dimenticare e un uomo da esaltare”, dice Nisticò, il quale più volte evidenzia come l’autrice, dilettante nella scrittura, abbia una dote innata perché fortemente espressiva e sintetica. Non ci sono eccessi ed esaltazioni dei sentimenti ma solo il filtro della memoria. L’opera della Lopez passa così dal fatto di cronaca al fatto meramente letterario, con uno stile improntato sulla riflessione. “Nel suo racconto c’è un passato che non passa ma riceve una sublimazione”, prosegue ancora Nisticò.
La scelta vuole mandare una molteplicità di messaggi positivi. Primo fra tutti: non arrendersi mai. Vuole anche essere un invito a guardare alla bellezza della maternità, un atto di coraggio e una consapevolezza che indubbiamente portano a conoscersi e ad affrontarsi. A tale proposito la scelta rappresenta il percorso che Adriana Lopez tiene chiuso per 41 lunghi anni e che attraverso la scrittura trova la forza di essere raccontato per la prima volta. Una scelta che parte da una chiara esigenza a seguito di una grave malattia, per giungere come regalo al figlio, Andrea. Paradossalmente quindi la sofferenza, si è trasformata nell’autrice nella voglia di mettersi ancora in gioco e in modo più risolutivo. E per sfatare i luoghi comuni Nisticò asserisce “L’eccezione è la scelta, la maggior parte delle scelte non sono altro che la razionalizzazione di un errore commesso. Scegliere vuol dire anche tagliare, scegliendo una strada ne escludo un’altra. Di fronte una scelta consapevole il dramma non è più tale”. La singolarità è che Adriana abbia scelto di raccontarsi. In ultima istanza, la scelta è l’amore verso il lettore giunto con la scrittura.
V.D.
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