A Lamezia 8 marzo in musica per AMA con concerto jazz “A Still Volcano Life”, Aquino: "Un messaggio di rispetto e bellezza attraverso l'arte"

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Lamezia Terme - Si esibirà l’8 marzo alle 18 al Teatro Grandinetti, per la Stagione concertistica di AMA Calabria, il trio jazzistico formato da Rita Marcotulli, Maria Pia De Vito e Luca Aquino – pianoforte, voce e tromba jazz – che daranno vita ad una suggestiva performance di musica e poesia, intitolata “A still volcano life”, all’insegna del rispetto della figura femminile e di ogni individualità, spazio, valore da condividere nella relazione con l’altro da sé. Aquino, giovane e già noto jazzista beneventano, racconta i significati profondi di questo omaggio, svelando le sfumature della sua musica, il suo amore per la Calabria e la storia delle anime che compongono il trio.

“A still volcano life”, “Una tranquilla vita da vulcano”, è il titolo di una poesia di Emily Dickinson. Come mai avete chiamato così la vostra performance?

“L’idea di riprendere Emily Dickinson, una delle voci femminili più importanti della poesia di tutti i tempi, è stata di Maria Pia De Vito, ed è in parte motivata dal fatto che il nostro sarà un “concerto poetico”: Maria Pia reciterà infatti una serie di brani – alcuni originali, composti da lei o dalla nostra Rita Marcotulli, altri tratti dalla letteratura internazionale, in prosa e in poesia – scanditi dalla musica. A legarli fra loro sarà un unico messaggio di bellezza e di rispetto, nell’accezione dei diritti di genere ma da estendere anche in senso più ampio: un messaggio che è importante veicolare ed evidenziare attraverso l’arte, e che dunque sarà il fil rouge dell’intero concerto”.

Lei si esibirà con Rita Marcotulli e Maria Pia De Vito, rispettivamente pianoforte e voce. Che genere di sintonia si crea fra i componenti di un trio jazz?

“Maria Pia e Rita formavano un duo già da molto tempo, e sono stato molto contento quando un anno fa mi hanno chiesto di unirmi a loro per creare un trio. Ovviamente ci conoscevamo già: Maria Pia era stata ospite del mio Album “Lunario” e io avevo preso parte ad altri suoi progetti, mentre io e Rita ci eravamo incontrati una decina di anni prima a Reggio Calabria, durante un Festival, dove avevo avuto modo di apprezzare il suo straordinario talento di pianista. C’è con loro due una vera e propria alchimia, sia sul palco che nella vita”.

Nella sua carriera, fatta di esperienze di notevole livello artistico, è evidente anche una forte sensibilità verso temi sociali come l’ecosostenibilità e il rispetto dei luoghi, che l’ha portata a collaborare con l’Unesco e con il WWF. Come definirebbe il rapporto fra musica e natura?

“Io adoro camminare nei boschi, sono affascinato dai suoni naturali e condivido il rispetto dei luoghi. Per questo mi piace molto quando mi offrono la possibilità di suonare in location diverse dal solito: luoghi di interesse naturalistico, ma anche siti archeologici, chiese antiche o musei dall’acustica particolare. Ad esempio, mi è capitato di suonare in un bagno turco in Macedonia, o nel sito di Petra in Giordania. La musica in questo caso ha qualcosa in più. Certo, è bello anche suonare nei teatri, o in altri luoghi “asettici”, creati a posta per essere adibiti alla musica. Ma altrove ho la possibilità di esprimermi in un modo diverso: in una chiesa dal riverbero lunghissimo non potrò mai suonare come sul palco di una piazza, e mi piace molto ricevere nuove possibilità o “sgambetti” dai luoghi. In quel caso, con chiunque mi esibisca, so di avere accanto un “terzo musicista”: il suono del luogo”.

A proposito di luoghi, lei era già stato a suonare in Calabria? Dal punto di vista musicale e non solo, che immagine ha di questa terra?

“In Calabria avete musicisti jazz straordinari, come Roberto Cherillo, Fabrizio La Fauci, Sasà Calabrese, Leopoldo Vulputta e tanti altri. Come luogo la adoro, infatti vengo a passarci ogni anno le vacanze con mia figlia: dal punto di vista naturalistico le sue montagne strette fra due mari creano paesaggi davvero inimitabili”.

Giulia De Sensi  

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