
Rende – Don’t stop ‘til you get enough. E, in effetti, difficile averne abbastanza della musica di Michael Jackson, l’indiscusso Re Del Pop, una leggenda che ha segnato in modo indelebile la storia della pop music a partire dalla fine degli anni ’60. Lo ha fatto dapprima con i Jackson 5, da autentico enfant prodige appena undicenne, sotto l’egida della Motown; lo ha fatto, ancor di più, da solista, grazie a una carriera da guinness dei primati.

In particolare negli anni ’80, decennio che gli ha permesso di conquistare quell’ingombrante titolo fino a divenire un vero e proprio fenomeno di costume, alimentato dall’exploit di album quali “Thriller” e “Bad”, tra i dischi più venduti di tutti i tempi, ma soprattutto da un talento con ben pochi eguali che lo ha portato a divenire, a tutti gli effetti, un’icona capace di invadere ogni singolo aspetto della cultura pop. Quasi normale, dunque, dopo la sua improvvisa scomparsa, avvenuta nel 2009, assistere al proliferare di tributi, omaggi ed emuli talvolta anche un po’ improbabili, altre assolutamente rispettosi del mito e della sua legacy, tanto da incontrare il sostegno di chi ha avuto la fortuna di collaborare con Michael nel corso degli anni

È il caso di uno spettacolo come “Legend The Show – Live In Orchestra”, imponente produzione firmata Miza, sempre più orientata verso operazioni di questo tipo (in cantiere anche Elvis Presley e David Bowie), tornato in Calabria, seppur con una formula leggermente diversa, a un anno di distanza dal format “Michael - The Show In Orchestra”. Palcoscenico, ancora una volta, il “Teatro Garden” di Rende, unica tappa calabrese di un tour che continua a toccare, con successo, i principali teatri italiani, spesso registrando il tutto esaurito. Merito, chiaramente, dell’allure mitica intorno alla figura di Jackson, ancora capace di unire generazioni distantissime persino in periodi musicali quanto mai bui, soprattutto in Italia, ma anche di una produzione curata in ogni singolo dettaglio, tra arrangiamenti abbastanza fedeli impreziositi da fiati e archi, vero valore aggiunto della serata, e le impeccabili coreografie di un corpo di ballo che, attraverso numerosi cambi di costume, ha riproposto le sequenze più iconiche di videoclip e tour faraonici.

Mattatore assoluto, ovviamente, Wendel Gama, noto impersonator brasiliano in grado di riprodurre magistralmente ogni singolo passo del Re Del Pop, incluso il celebre moonwalk, sulle note di classici immortali quali “Thriller”, “Bille Jean”, “Beat It”, “Smooth Criminal”, “Bad”, “Black Or White”, “Don’t Stop ‘Til You Get Enough” e tanti, tanti altri. Particolarmente apprezzati anche i momenti meno dirompenti e più intimi del set: “Human Nature”, “Man In The Mirror” e la conclusiva “Heal The World”, toccante inno alla gentilezza posto in chiusura e cantato all’unisono dall’intero “Garden”. Sono questi gli highlights di una serata che, senza tralasciare persino i primi passi nel mondo della musica con i Jackson 5 (il medley “I Want You Back/The Love You Save/I Will Be There”), è riuscita nell’arduo compito di far rivivere la magia della musica di Michael Jackson, eludendo la trappola kitsch in cui si rischia di incappare dinnanzi a sfide di un certo tipo.

Peccato solo per l’assenza, quest’anno, di Jennifer Batten, sua storica chitarrista nelle faraoniche tournée del “Bad World” (1987-1989), “Dangerous World Tour” (1992-1993) e “HIStory World Tour” (1996-1997), entrata nell’immaginario collettivo anche per via dell’iconico look androgino unito a un bagaglio tecnico non indifferente: sarebbe stata la classica ciliegina sulla torta. Poco male comunque, perché, a conti fatti, “Legend The Show – Live In Orchestra” si è comunque confermato un omaggio commovente e travolgente, capace di far ballare, cantare e innamorare, grandi e piccoli, sulle note di una leggenda senza tempo. Amore che, non a caso, rappresenta il principale motivo dietro la nascita del progetto, come confermato, al termine dello show, da Fabrizio Amilcare, ideatore, direttore di produzione e chitarrista: “L’idea di questo spettacolo nasce davvero dalla passione per Michael Jackson, una passione che accomuna tutta la band e, nel mio caso, mi accompagna sin da piccolo. Ho iniziato a suonare la chitarra ispirato proprio da Jennifer Batten e, dopo aver collaborato con lei per un progetto simile, ho deciso di mettere in piedi il mio personale omaggio alla musica di Michael, trovando subito l’appoggio della sua storica chitarrista, entrata immediatamente a far parte della band”.

Chitarrista presente lo scorso anno nella tranche calabrese di “Michael The Show” (sempre Rende, Crotone e Corigliano Rossano), ma assente, almeno in Calabria, in “Legend The Show”, nuovo format comunque non troppo distante dal precedente: “Abbiamo deciso di cambiare nome – prosegue Amilcare – per dare al progetto un’identità nuova e creare una cosa sempre più nostra. Noi omaggiamo Michael Jackson e cerchiamo di essere il più fedeli possibile alla sua musica, ma c’è tanto di nostro, anzitutto in termini di arrangiamento, quindi abbiamo optato per qualcosa che rispecchiasse ciò che lui rappresenta: una leggenda in grado di andare oltre la musica e il tempo”.
Francesco Sacco

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