Catanzaro - La Cgil Calabria ha provveduto a fare avere ai candidati alla presidenza della Regione Calabria un documento politico di analisi e proposte sui filoni più importanti che riguardano l'attività di governo regionale. Lo rende noto lo stesso sindacato. "L'auspicio - è scritto in una nota - è che chi prenderà le redini della Calabria ne tenga conto e che dopo le urne si profili una nuova stagione di relazioni politico-istituzionali e un nuovo modello di dialogo che tracci una visione comune di interessi generali e collettivi. Il lavoro presentato tiene conto di un territorio fanalino di coda in Europa, nel Paese e nel Mezzogiorno a causa di logiche politico clientelari e scelte mancate. A testimoniarlo l'esigua percentuale del Pil regionale e il dato relativo alla presunta crescita occupazionale, che per i due terzi è riferibile a contratti a termine e a tipologie di lavoro precario. Siamo in una fase di contesto che potrebbe concretamente caratterizzare una chiave di volta nella gestione delle risorse comunitarie disponibili, dirette e indirette, a valere su un totale complessivo di circa 20 miliardi di euro".
Sulla legalità, "come organizzazione sindacale - è scritto nella nota - rivendichiamo la centralità nell'agenda politica della lotta alla 'ndrangheta e la costituzione di parte civile della Regione nei processi che vedono coinvolta la criminalità organizzata. A chi governerà la Regione chiediamo un costante confronto sulla regolamentazione degli appalti regionali per prevedere il riconoscimento delle clausole sociali; il contrasto a fenomeni di infiltrazione di nelle Pa; l'obbligatorietà della sottoscrizione dei Protocolli sulla legalità su tutte le opere pubbliche; riduzione degli affidamenti diretti e limitazione del sub-appalto a cascata nonché obbligatorietà dell'indicazione e applicazione dei Ccnl anche per i lavoratori in subappalto; strumenti che favoriscano l'utilizzo a fini sociali dei beni confiscati e/o sequestrati alla `ndrangheta". In tema di riforme istituzionali, la Cgil "ritiene importante procedere al completamento del processo di decentramento amministrativo della macchina burocratica regionale destinando compiti e funzioni non residuali alle amministrazioni provinciali; favorire la semplificazione delle attività istituzionali con unione dei servizi tra comuni".
"Grave - prosegue il sindacato sul tema della sanità - la responsabilità politica per il mancato rientro dal debito in un quadro di mancate risposte al diritto alla salute, evidenziate dalle carenze di assistenza ospedaliera, medicina territoriale, prevenzione, emergenza-urgenza. Si allungano le liste d'attesa e aumenta la mobilità passiva. Alle carenze di personale medico e sanitario si aggiunge anche quella delle postazioni di Medicina Generale e continuità assistenziale. In grave ritardo gli investimenti sull'assistenza territoriale e l'attuazione delle relative riforme". In tema di welfare, la Cgil chiede "interventi socio-assistenziali di contrasto alla povertà, oltre che politiche attive del lavoro; l'aggiornamento del Piano sociale e dei Piani di zona per adeguarli alle previsioni del Nuovo piano nazionale e al Piano regionale triennale per le non Autosufficienze 2022/2024; l'attuazione, con processi condivisi, del Programma operativo triennale regionale sull'invecchiamento attivo". Sul lavoro e la sicurezza, la Cgil "chiede un reale Piano che unisca agli incentivi per le imprese anche misure idonee a creare lavoro a tempo indeterminato, favorire l'occupazione giovanile e di genere; sancire la fine del Precariato storico regionale; un tavolo istituzionale permanente del Coordinamento regionale per la sicurezza e la salute nei luoghi di lavoro". Sulle infrastture viene ritenuto "primario ridare centralità ai progetti sull'Alta Velocità, sul completamento dell'intero tracciato della SS/106 Jonica, l'elettrificazione della linea ferroviaria jonica, i Piani di recupero urbano e per l'erosione costiera e l'ammodernamento dell'autostrada A2". Per scuola e università è "essenziale l'aggiornamento della legge regionale sulla ricerca e una nuova legge regionale sul diritto allo studio".
"Riteniamo opportuno - è scritto nella nota - rinforzare gli incentivi per l'occupazione femminile e che particolare attenzione venga data all'inserimento lavorativo delle donne vittime di violenza. Crediamo, inoltre, vadano aumentati i fondi per i centri antiviolenza". Sulla manutenzione del territorio "non è più derogabile lo sblocco delle assunzioni e turnover del comparto; innovazione sostenibile, supporto alle politiche agricolo-forestali e sviluppo della gestione integrata della filiera boschiva - forestale; contrasto a ogni tentativo di privatizzazione del settore". Per le aree interne la Cgil rivendica "impegno e volontà politica per ostacolare il Piano strategico delle aree interne", mentre per quelle industriali, è "fondamentale il coinvolgimento delle Partecipate pubbliche per dare slancio alle aree dismesse da risanare e valorizzare". Su energia e ambiente, prosegue la nota, "la Calabria deve assolutamente dotarsi di un nuovo ed adeguato Piano integrato energia e clima". Per la Cgil serve poi "costruire un sistema e una governance industriale integrata per i servizi pubblici integrati". Sul caporalato, per la Cgil servono "misure robuste per la lotta, oltre che di un rafforzamento del collocamento pubblico e di una rete di trasporto locale che garantisca loro la possibilità di recarsi sul luogo di lavoro senza finire nella rete dei caporali". Infine, per il turismo, serve "adottare una moderna programmazione, attraverso il confronto con le parti sociali, volta migliorare ed estendere l'offerta stagionale valorizzando siti naturali, culturali ed archeologici".
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