Lavrendi (Vigor Lamezia): “Tornare a vestire questa maglia la scelta migliore che potessi fare”

lavrendiIMG-20230802-WA0006_8d510_3a8f4.jpg

Lamezia Terme - Come canta Antonello Venditti in un suo noto brano, “certi amori non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano”. È quanto accaduto, calcisticamente parlando, al quasi trentottenne Giovanni Lavrendi. Era la stagione 2006-07 quando un ventenne centrocampista dalla folta chioma biondina si cimentava con il calcio professionistico dopo due buone stagioni in D con il Trentino.  La squadra in questione era la Vigor Lamezia di mister Nicola Provenza, allora militante in serie C2. Al termine dell’annata, quel ragazzo dai piedi buoni e dotato di una spiccata visione di gioco, pur essendo arrivato in sordina e non certo con i galloni da titolare, collezionerà sette presenze, destando una favorevole impressione, specie se paragonato ai più esperti compagni di reparto. La scorsa estate, a sedici anni di distanza, quell’ormai ex ragazzino è tornato, ormai a fine carriera o quasi, a vestire la maglia vigorina. “Gli ultimi tre anni sono stati abbastanza difficili per me. Ho avuto la fortuna e la bravura di vincere in una piazza importante come Messina dove, però, all’ultima giornata ho subito un infortunio gravissimo, rottura di crociato e collaterale del ginocchio, che mi doveva tenere lontano dai campi sette mesi. Invece, dopo soli cinque sono stato operato nuovamente dato che il precedente intervento non era andato come doveva. Alla fine, sono così rimasto fermo quasi due anni, durante i quali, sinceramente, avevo pensato di smettere. L’anno scorso ho poi iniziato ad allenarmi con una squadra di Reggio, il GallicoCatona, che ringrazio, e mi sono accorto che avevo ancora qualche problemino. In estate ero ormai deciso a smettere, ma quando, a sorpresa, è arrivata la chiamata di quella ch’è stata la mia prima piazza tra i professionisti, ci ho ripensato. Alla mia età si vive molto di stimoli e motivazioni e solo l’aver ripensato a quel “D’Ippolito” pieno, che, da giovane calciatore, avevo ammirato contro il Catanzaro o il Benevento, mi ha fatto tornare la voglia. Mi sono quindi detto che dovevo smettere quando e perché l’avrei deciso io e non per l’infortunio. E tornare a calcare il campo con questa maglia è stata la scelta migliore che potessi fare”.

Ancora una volta la dea bendata non è però stata magnanima con Giovanni Lavrendi. “Sono dovuto restare fermo quasi quattro mesi per una microfrattura al piede che, inizialmente, avrei dovuto superare in una trentina di giorni. Da alcune settimane sono finalmente tornato a giocare e sono veramente felice.  Aver visto tutta quella gente nel derby con il Sambiase è stata una grossa emozione e mi ha fatto veramente tornare la voglia di giocare a calcio anche se la condizione, per quanto mi riguarda, non può essere ottimale dopo il lungo stop di quasi due anni ed il fatto che non sono più un ragazzino”.

Lavrendi è cresciuto nel settore giovanile della Reggina. “In amaranto ho trascorso quasi dieci anni, arrivando fino alla Primavera. Ho fatto anche diverse panchine, in serie A, con la prima squadra, tra cui una, nel posticipo della domenica sera, a Torino contro la Juventus. È stata una grande soddisfazione visto che in famiglia siamo tutti juventini sfegatati”.

Dopo la già citata sua prima avventura lametina, il centrocampista nativo di Cinquefrondi disputerà solo altre due annate in C2, con Mezzocorona ed Hinterreggio, e per il resto, prima di questa stagione, tanta D con ancora Trentino, Hinterreggio, Vibonese, Reggina, Palmese, Castrovillari e Acr Messina.  Tra i suoi ricordi più belli vi sono, ovviamente, i campionati vinti. “Due primi posti in serie D con Hinterreggio, in un torneo difficilissimo dato che come avversarie avevamo Messina e Cosenza, e, tre anni fa, con lo stesso Messina.  Un’altra promozione in C l’ho conquistata, attraverso i play-off, a Trento”.

Tornando all’attuale stagione, l’ex prodotto del vivaio Reggina dopo alcuni scampoli finali ha giocato la sua prima partita da titolare contro la ReggioRavagnese (quinta di campionato), idem la domenica successiva in quel di Paola. Poi, nel match casalingo con la StiloMonasterace, il serio infortunio al piede che gli ha fatto saltare le successive undici giornate.  Il 28 gennaio, in occasione della vittoriosa sfida con il Soriano, torna finalmente ad assaporare, seppur per pochi minuti, il terreno di gioco. Il vero rientro nella mischia avverrà tuttavia contro la Paolana, quando a inizio ripresa subentrerà all’infortunatosi Curcio. Quindi sempre titolare nelle successive, nonché ultime, cinque giornate.  Contro Sambiase e Cittanova, per la prima volta in questa stagione i biancoverdi non sono riusciti a segnare neanche un gol per due gare di fila. Per l’ex play di Castrovillari e Messina non c’è da preoccuparsi più di tanto. “Ritengo sia stato soltanto un caso, visto pure il reparto offensivo che abbiamo a disposizione. Nel derby abbiamo dimostrato di essere una squadra davvero importante per la categoria e meritavamo qualcosina in più rispetto all’avversario. Specie per quanto fatto vedere nei primi 45’. La loro espulsione, arrivata poco prima del riposo, ci ha un po' condizionato: è infatti subentrata in noi la fretta di fare gol e abbiamo quindi perso un po' di lucidità. Un paio di occasioni importanti le abbiamo comunque costruite e se non abbiamo segnato è stato anche per la bravura dell’estremo difensore avversario.  Quanto, invece, al match di domenica scorsa a Cittanova, ritengo sia stato influenzato dal non essere riusciti a vincere sette giorni prima con il Sambiase. Dopo una rincorsa lunga ed importante, sapevamo, comunque, di aver ormai perso il treno per il primo posto e di conseguenza, vuoi o non vuoi, ciò un po' l’abbiamo pagato, al cospetto, peraltro, di un’altra squadra forte. Nonostante le difficoltà mentali, abbiamo comunque creato quattro-cinque occasioni importanti e soltanto per sfortuna non è arrivato il gol”.

Dall’alto della sua esperienza, abbiamo chiesto a Lavrendi se il riuscire, eventualmente, ad evitare i play-off regionali sarebbe solo un aspetto positivo o se, invece, comportando il dover stare fermi due-tre settimane prima di cimentarsi con la fase nazionale, ciò potrebbe paradossalmente nuocere  a livello di tenuta mentale e fisica. “Il nostro obiettivo - risponde - è provare ad evitare i play-off regionali, anche se sarebbe importante soltanto per un fatto personale. Dico ciò perché, effettivamente, restare fermi un mese a mio avviso non sarebbe una cosa positiva.  A maggior ragione in un periodo in cui le temperature aumentano e le fatiche di un’intera stagione inizieranno a farsi sentire. La cosa veramente importante è, tuttavia, vincere questi play-off, sia quelli regionali, se dovremo disputarli, che nazionali, per centrare l’obiettivo che ci siamo prefissati, dato che questa rosa ha ben poco da spartire con l’Eccellenza”.

Una volta appese le fatidiche scarpette al chiodo, Giovanni Lavrendi rimarrà nel mondo del calcio o volterà definitivamente pagina? “Mi piacerebbe restare, ma al momento ho deciso di fare altro dato che otto mesi fa ho aperto un bed and breakfast ed è un’attività che mi piace moltissimo. Anche perché già fare il calciatore in queste categorie è veramente difficile, figuriamoci, quindi, ricoprire il ruolo di allenatore o altra carica.  Al momento non sono comunque in grado di dare una risposta certa. Un calciatore a cui mi ispiro?  Non ho mai avuto un vero e proprio modello da seguire. Se proprio devo fare un nome, direi comunque Luka Modric, visto pure il ruolo simile che ricopro. Proprio per quest’ultimo aspetto e per i capelli lunghi che portavo una volta, il soprannome che mi avevano affibbiato era proprio Modric”.

Ferdinando Gaetano

© RIPRODUZIONE RISERVATA