Lamezia Terme - "La domanda è molto più alta dell’offerta messa a disposizione dei comuni e risulta impossibile per gli enti locali fare fronte e soddisfare alle richieste avanzate dai cittadini". E' uno dei passaggi conclusivi della relazione sul disagio abitativo in Calabria redatta dal dipartimento Infrastrutture della Regione per fotografare il fenomeno della carenza di alloggi di edilizia popolare nella regione a fronte di un'altissima richiesta da parte di famiglie che, pur avendo i requisiti, non riescono ad accedere al sistema di welfare. Primo dato che emerge dalla relazione - che fa riferimento all'anno 2023 - è che quasi il 40% dei Comuni non comunica i dati alla Regione, per cui l'analisi è parziale basti pensare che al momento non risultano tracciati grandi comuni come quello di Reggio Calabria e Vibo Valentia.
Allo stato esistono in Calabria, sui territori dei comuni adempienti, un totale di 3.332 alloggi di edilizia sociale. La provincia con il maggior numero di alloggi di edilizia sociale risulta essere la provincia di Reggio Calabria con un totale di 1.169 alloggi pari al 35,08% degli alloggi, seguita da Crotone con 772 e Cosenza con 615. Chiude l’elenco Vibo Valentia con 233 alloggi. Nel Comune di Lamezia Terme esistono 18 moduli tutti i competenza comunale, mentre nel circondario il Comune con il maggior numero di alloggi è Carlopoli con 47. Altissimo il numero di richieste: il totale di richiedenti in graduatoria è pari a 1282 a fronte di sole 243 assegnazioni effettuate pari al 18,95% delle domande dei richiedenti legittimamente immessi in graduatoria. Basti pensare che a Lamezia sono 112 al momento gli iscritti in graduatoria in attesa di un alloggio e che l'ultimo aggiornamento risale al 2019, mentre risultano 20 le famiglie in condizione di totale bisogno e che non possono ricevere alcun tipo di sostegno economico, né tantomeno un alloggio popolare. Quel che è certo, ad esempio per Lamezia, è che ad oggi non esistono alloggi disponibili e in pronta assegnazione.
Nelle 88 pagine di report, diversi - inoltre - gli indicatori utilizzati e dall'incrocio dei dati emerge il progressivo impoverimento delle famiglie giovani. "I profili della povertà - scrivono gli analisti del dipartimento - sono cambiati in modo diverso sul territorio: è soprattutto nel Mezzogiorno che diminuisce la povertà tra gli anziani soli e le coppie di anziani, a svantaggio delle coppie con figli (anche con un solo figlio), con conseguente aumento della povertà tra le famiglie con almeno un minore e anche tra quelle di altra tipologia. Nel Nord, al contrario, la povertà è aumentata anche tra gli anziani (soli e in coppia) e tra gli italiani, mentre per gli stranieri è rimasta stabile su livelli molto più elevati".
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