
Lamezia Terme - Si è riunito ieri sera nel Chiostro di San Domenico, il Comitato Difendiamo la Costituzione di Lamezia Terme convocato dal Coordinatore Mario De Grazia che ha introdotto i lavori dell'assemblea. A partire da oggi, giorno in cui sarà votata la legge di riforma dell'Ordinamento giudiziario per la seconda volta in Senato e dopo le due volte della Camera dei Deputati, diventa necessario che il Comitato di Difesa della Costituzione di Lamezia, insieme a quelli sparsi in tutto il territorio regionale e nazionale si preparino al Referendum e moltiplichino il loro impegno nelle città e sui territori. Ciò si rende necessario perché il governo Meloni, invece di affrontare i problemi veri del servizio giustizia (tempi dei processi, gravissima carenza del numero dei Magistrati e del personale amministrativo), intende stravolgere la Costituzione e mettere a dura prova molti dei suoi principi costitutivi.
Dopo il non riuscito assalto all'unità del Paese con la proposta dell'autonomia differenziata, vuole con la proposta legislativa di Riforma dell'Ordinamento giudiziario e la divisione delle carriere dei Magistrati, colpire il principio costituzionale della divisione dei poteri: Legislativo, Esecutivo e Giudiziario e portare, poi, i Pubblici ministeri sotto il controllo del governo e dei Ministri della Giustizia e degli Interni. La prossima primavera, questa legge di riforma costituzionale, non raggiungendo la maggioranza parlamentare dei 2/3, dovrà essere oggetto di Referendum confermativo. Da qui la necessità di programmare un intenso lavoro di coinvolgimento dei cittadini, d'informazione semplice e corretta per far capire che votare NO alla conferma di questa legge di riforma della Costituzione non significa favorire i magistrati o snellire i lunghi tempi della giustizia, ma tutelare i diritti dei cittadini, in particolare dei più deboli e indifesi, e garantire che tutti cittadini restino sempre uguali difronte alla legge.

Molti e qualificati sono stati gli interventi - fanno sapere in una nota - Nicolino Panedigrano ha richiamato l'attenzione sullo svuotamento in atto della Costituzione da parte della destra e sulla necessità di far capire ai cittadini che l'obiettivo recondito è quello di portare i PM sotto il controllo del governo. Aldo Trapuzzano si è soffermato sulla necessità di far capire alla gente che essere contrari a questa riforma non significa sostenere le ragioni dei magistrati, ma tutelare i diritti alla giustizia dei cittadini. Lino Grandinetti ha ribadito che la separazione delle carriere o meglio delle funzioni dei Magistrati è da anni operante in Italia, per cui non vi è alcuna necessità di modificare la Costituzione e, quindi, insistere in tal senso vuole solo significare che si vuole superare la divisione dei Poteri così come voluti dalla Costituzione. Rosa Tavella si è soffermata sulla difficoltà di far capire alla gente, molto distante dal mondo e dai problemi della giustizia, che la scelta della separazione delle carriere è un fatto grave che riguarda l'uguaglianza dei cittadini difronte alla legge. Doris Lo Moro, partendo dalla errata riforma della Cartabbia, ha passato in rassegna i problemi della Giustizia, soffermandosi sulla necessità di capire sino in fondo il perché il governo vara questa riforma e per chi la vuole con pervicacia approvare, soffermandosi particolarmente sulla necessità di non dare l'impressione di difendere la magistratura bensì di difendere la democrazia e la Costituzione e, quindi, di tutelare il diritto dei cittadini ad avere un processo giusto con dei giudici autonomi e imparziali.
Vincenzo Cristiano ha insistito sul "non detto della riforma", su quale è il vero obiettivo di questa sciagurata riforma costituzionale che vuole condurre i PM sotto il controllo del governo, in linea con tutti i governi di estrema destra del mondo. Pino Mercuri ha richiamato tutti, stante la difficoltà dei temi da trattare, ad essere pratici e a mettere in cantiere iniziative periodiche per avvicinare la gente utilizzando media, social, manifestini con concetti semplici e comprensibili. Daniela Grandinetti e Elisabetta Mercuri hanno insistito sulla necessità di trovare e sperimentare nuovi strumenti di comunicazione, rincorrendo anche a monologhi teatrali, a slogan incisivi per rendere comprensibile questa complessa e difficile materia. Tutti gli intervenuti hanno convenuto sulla "necessità di avviare rapporti con tutti i Comuni del circondario e di organizzare delle singole campagne d'informazione dei cittadini e di sensibilizzare le persone e i giovani in particolare, sulla necessità di andare a votare No al prossimo referendum".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
