
Lamezia Terme - "Ha un futuro il Centro Regionale di Neurogenetica?" è questa la domanda che si pone Cesare Perri già Direttore di un Dipartimento di salute mentale. "Nella progressiva spoliazione della sanità lametina - prosegue - anche un’eccellenza come il Centro Regionale di Neurogenetica, è stato drasticamente depotenziata con la relativa perdita di posti di lavoro Con la imprecisione di una sintesi, racconto di un’altra sconfitta ‘lamentina’".
Il dotttor Perri fa nel merito un excursus storico "Jean Francois Foncin, neuropatologo dell’Ospedale Salpetriere di Parigi, visita una paziente di 42 anni di origine calabrese. Colpito dalla sua giovane età e dal fatto che numerosi suoi parenti avessero presentato gli stessi sintomi nel corso della vita, intuisce di trovarsi di fronte ad un caso di malattia di Alzheimer familiare e si ‘avventura’ fino a Nicastro sulle tracce degli antenati della paziente. Dalla consultazione delle cartelle cliniche dell’Ospedale Psichiatrico di Girifalco, in stretta collaborazione con la neurologa Amalia Bruni e la biologa genetista Paola Montesi viene validata la sua ipotesi".
"Per i risultati ottenuti in tale direzione dal Gruppo SMID-SUD (Bruni, Montesi e Gei) - sottolinea - viene istituito con legge regionale (1996) il Centro di neurogenetica. Nel riconoscimento dell’impegno profuso da Amalia Bruni, già fondatrice e direttore del Centro, affiancata da tanti validi collaboratori, sottolineo il meno noto ma determinante contributo della Montesi, coautrice per un decennio con Bruni, Foncin (e altri) di numerose pubblicazioni scientifiche e ne cito solo una del 1994: “A New Italian Pedigree with Early-Onset Alzheimer's Disease" (Bruni, Montesi, Foncin, Gei e altri in Journal of Geriatric Psychiatry and Neurology); uno studio che può essere considerato ‘fondante’. Attraverso la ricostruzione genealogica viene individuata la linea di trasmissione della malattia fino all’isolamento nel 1995 della ‘Presenilina 1’, il gene più frequentemente coinvolto nella etiologia della malattia di Alzheimer genetica, ad esordio precoce ( R. Sherrington, E. I. Rogaev, Y. Liang, A. C. Bruni, e P. H. St George-Hyslop e altri). In seguito il Centro ha contribuito alla identificazione nel 2000 di una nuova proteina delle membrane neuronali chiamata “Nicastrina” in omaggio al luogo che ha reso possibile lo studio ( G. Yu, M. Nishimura, A. Tandon, E. Rogaeva, A. Bruni, P. Fraser, e P. St George-Hyslop e altri). Negli anni successivi sono continuate le ricerche con relative e rilevanti pubblicazioni scientifiche".
"Dal 1997 al 2024 - aggiunge - vi ho prestato servizio anch’io in una ricerca sui disturbi dell’umore (Perri, De Vito, Foncin, Bruni: Correlation between mood disorders and fitness) presentata in plenaria al congresso mondiale di Psichiatra (Bruxelles 2002). Le attività del centro sono state sostenute dalla Associazione per la ricerca neurogenetica (ARN) grazie ad un finanziamento regionale di 500 mila euro, mirato a garantire le attività di ricerca e quelle assistenziali (nasce poi come centro diurno la ‘Casa Alzal’) con la presenza di numerosi collaboratori non dipendenti dal SSN. Il finanziamento è’ stato sospeso nel 2020 e degli oltre 20 operatori ne sono rimasti 8. Tuttora - informa - sono attive e con un notevole afflusso di utenti le seguenti Unità Funzionali: il Centro Diagnosi e Cura Demenze, l’ Ambulatorio di Nutrizione Clinica e Dietologia e in forma più ridotta il Laboratorio di Genetica. Sono presenti 4 medici, 1 psicologo, 1 assistente sociale, 1 tecnico di laboratorio, 1 infermiere professionale). Sono in itinere 2 ricerche in collaborazione con vari i Istituti e delle attività formative. Attualmente vi è la direzione pro-forma del Direttore sanitario del Presidio ospedaliero che non partecipa però alle specifiche attività di ricerca. Con il progressivo pensionamento degli attuali operatori è presumibile la chiusura del centro".
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