È morto l'architetto Paolo Portoghesi, la Chiesa di San Benedetto a Lamezia tra le sue ultime opere - REAZIONI

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Roma - È morto questa mattina nella sua casa di Calcata vicino Roma, dove viveva da molti anni, l'architetto Paolo Portoghesi, aveva 92 anni. La sua ultima recente opera è proprio il complesso della nuova concattedrale di Lamezia Terme, realizzato nel 2019 e dedicato a San Benedetto. La struttura è caratterizzata da un grande spazio collettivo a esedra che collega la chiesa con il municipio secondo un’antica tradizione europea. Su di esso confluisce il sagrato semicircolare compreso tra due porticati, simboli di accoglienza e di apertura. Lucido fino alla fine stava scrivendo un libro sulla bellezza e, di recente, aveva anche partecipato collegato in videoconferenza ad un incontro a Lamezia. Docente universitario, progettista di fama, teorico, Portoghesi è stato il principale esponente in Italia del Postmodernismo.

La triste notizia della sua morte è stata confermata all'Ansa dall'architetto Luca Ribichini professore della Sapienza. Tra i suoi tantissimi lavori, la moschea di Roma, Casa Papanice, sempre nella capitale, la Chiesa della Sacra Famiglia di Salerno e il nuovo teatro Politeama di Catanzaro. Nato a Roma, figlio di un ingegnere, cresciuto nel Rione Pigna, Portoghesi si iscrive nel 1950 nella facoltà di Architettura e, ancora studente, pubblica la prima monografia su Guarino Guarini e alcuni saggi su Francesco Borromini. Dopo essersi laureato nel 1957, nel 1961 si iscrive al Partito Socialista e fece parte, durante la segreteria Craxi, dell'Assemblea nazionale. Ha insegnato Storia della critica e, tra i tanti altri incarichi e riconoscimenti, si ricorda, nel 1979 viene eletto direttore del settore Architettura della Biennale di Venezia.

Dal progetto di Portoghesi alla Dedicazione: la storia della Chiesa di San Benedetto

Era il 25 marzo 2019 quando il cardinale Monsignor Pietro Parolin ha celebrato la Dedicazione dell’altare e della nuova Chiesa a San Benedetto. Liturgia, annuncio e carità sono i tre pilastri del progetto che porta la firma dell’architetto di fama internazionale Paolo Portoghesi, individuato nel 2016 tra oltre cento progetti presentati nell’ambito di concorso internazionale di architettura promosso dalla Diocesi di Lamezia Terme.  Tre elementi ben visibili nella strutturazione del complesso che vede al centro proprio la Chiesa dedicata a San Benedetto da Norcia, con unica navata a forma di nave, settanta posti a sedere per i fedeli. Tra gli elementi di particolare pregio artistico e architettonico della nuova Chiesa, si segnalano l’altare, posizionato al centro focale di tutto l’edificio, la tribuna dell’ambone con Cristo Maestro e l’area battesimale che consente anche il Battesimo per immersione.

Accanto alla Chiesa, che si estende su una superficie di circa mille metri quadrati, tra due campanili realizzati  in acciaio orten,  due strutture finalizzate una all’attività pastorale diocesana, con spazi e servizi a favore delle comunità parrocchiali di tutta la diocesi, l’altra destinata prettamente all’attività caritativa della diocesi,  con una sala mensa con cento posti e gli uffici della Fondazione Caritas Diocesana. Una sala convegni, con oltre mille posti a sedere, attrezzata e dotata di tutti i servizi necessari, va a configurare ancor di più il nuovo complesso come una realtà a servizio di tutta la regione per momenti di spiritualità, seminari, convegni. Tra il nuovo complesso e la sede del palazzo comunale, sorgerà la piazza, il cui disegno è stato donato dall’architetto Paolo Portoghesi al Comune, segno della concordia e della collaborazione tra la “città di Dio” e la “città degli uomini” rappresentata dal palazzo municipale, nonché richiamo a un messaggio di unità a cinquant’anni dalla nascita della città di Lamezia.

“La Chiesa di San Benedetto” raccontata nel libro dell'architetto Paolo Portoghesi

Il processo di progettazione e di realizzazione dell'opera architettonica, qual è la Chiesa inter-parrocchiale, la cui prima pietra venne benedetta da Papa Benedetto XVI nel corso della sua Visita Pastorale a Lamezia il 9 ottobre 2011, sono stati raccontati in un libro da chi ne ha creato il progetto: proprio dall’architetto Paolo Portoghesi. Solo poche settimane fa, il 5 maggio scorso, presente con un messaggio video ad una ricca presentazione in Sala Luisi, è stato presentato il volume dal titolo “La Chiesa di San Benedetto”, edito da Rubbettino.

REAZIONI

Il cordoglio dell’amministrazione comunale di Lamezia: "Necessario portare avanti grande progettualità per rigenerazione urbana"

“A nome dell’amministrazione comunale di Lamezia Terme - scrive il sindaco Mascaro - esprimo il cordoglio per la dipartita dell’illustre maestro, architetto Paolo Portoghesi. Una notizia che disorienta pensando a come, solo pochi giorni fa, a parlare nella sala consiliare Mons. Luisi, collegato da remoto, fosse proprio lui, incantando tuti i presenti. Con voce appassionante, descrisse con meticolosità e dettagli, le caratteristiche architettoniche e liturgiche del complesso interparrocchiale di San Benedetto che porta la sua autorevole firma, sottolineandone la centralità urbana e religiosa. Rimarcò  inoltre, la bellezza dell’ambiente esterno e di quel portico che egli aveva pensato quale ideale abbraccio alla città, collegando il complesso architettonico della chiesa con l’area centrale della nuova Lamezia Terme, in rapporto e dialogo con il Palazzo di Città ed il Municipio. La nostra città oggi, riceve un testamento culturale di profonda valenza architettonica quanto umana, custodendo uno tra gli ultimi lavori di uno straordinario architetto di fama internazionale, capace con la sua lungimiranza di guardare al futuro con sguardo scientifico e vitalità artistica. Paolo Portoghesi ha sempre coniugato il suo essere architetto con la sua profonda cultura umanistica suggellata da una profonda conoscenza teologica. Il 30 aprile 2016 pose la prima pietra di un’opera come quella del complesso di San Benedetto, pensata come rivoluzionaria per la sua capacità di sintesi fra il l’equilibrio urbano e cittadino, in continua evoluzione guardando alla centralità quale agorà umana e dunque, di libertà civica. Un’opera che segna anche, un importante monito a guardare ad una città in continuo sviluppo e alla sua baricentricità ed unità, quali punti di partenza per poter travalicare oltre gli argini territoriali per accogliere continui e nevralgici flussi di menti e cuori, e costanti sollecitazioni culturali. Non possiamo che sentirci spaesati per aver perso non solo e soltanto un grande maestro di architettura, quanto colui che solo qualche settimana fa, pensava e progettava per la città di Lamezia Terme senza limitare sogni e ideali. Come Amministrazione siamo ancora più consapevoli di come sia necessario portare avanti la grande progettualità di una rigenerazione urbana, che vedrà la realizzazione di una piazza che collegherà l’edificio comunale con la Chiesa di San Benedetto, come pensata dal poliedrico architetto Paolo Portoghesi, concludendo così, quell’ultima sua idea progettuale".

Fondazione Politeama Catanzaro: "Vuoto profondo"

"La scomparsa del maestro dell'architettura Paolo Portoghesi lascia un vuoto profondo nel mondo della cultura italiana e, in particolare, anche per la Città di Catanzaro e per il Teatro Politeama, legato in modo indissolubile al suo 'creatore'". Lo affermano, in una nota, Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro e presidente della Fondazione Politeama, e Gianvito Casadonte ed Aldo Costa, rispettivamente, Sovrintendente e Direttore generale della stessa Fondazione Politeama. "Portoghesi - aggiungono - ha progettato e visto nascere nel 2002 il nuovo Politeama che ha restituito al Capoluogo di Regione il teatro pubblico e ridato linfa, dopo lunghi anni di buio, alla nobile tradizione che storicamente ha caratterizzato Catanzaro. Il progetto del Politeama ha rappresentato un esempio mirabile di connubio tra gli elementi del teatro classico all'italiana e quelli più sperimentali, legati al postmodernismo di cui Portoghesi è stato indiscusso interprete. I richiami al mondo della natura, l'utilizzo delle forme di strumenti classici come la lira o il violino, i palchi decorati con stelle a sette punte, la conchiglia che chiude in alto la sala, sono tutti elementi che rendono unico il Politeama tra i teatri più giovani d'Italia, in grado di distinguersi con il suo forte impatto estetico nel contesto del centro storico. Una sfida controversa, che è stata a lungo oggetto di dibattiti accesi, ma che racchiudeva in se l'idea sintetizzata dal professore Portoghesi: 'Ho voluto che dall'interno del teatro si potesse vedere lo spettacolo della città'". "Il grande architetto - dicono ancora Fiorita, Casadonte e e Costa - è sempre rimasto affezionato al Politeama, tanto da volerci ritornare nel 2019 in occasione della presentazione di un libro, con macchina fotografica in mano, intento ad immortalare quella che aveva immaginato come una 'casa del suono' capace di mantenere immutato il suo fascino nel tempo. Oggi vogliamo, quindi, ringraziare il professore Portoghesi per il dono fatto alla città, anche a nome di tutti coloro che hanno guidato la Fondazione Politeama fin dalla sua nascita. Avremmo tanto voluto che l'architetto fosse con noi, lo scorso novembre, in occasione delle celebrazioni del ventennale dell'inaugurazione del teatro, per salutarci ancora una volta. La sua opera, la sua gentilezza, la sua disponibilità, resteranno sempre indelebili, nella storia e nella memoria della città".

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