
Roma - L'arresto aggiuntivo di un mese di pesca nel Tirreno potrebbe bruciare 25-26 milioni di euro, escluso l'indotto. Prosegue, infatti, a novembre lo stop dei pescherecci con sistemi da traino lungo le coste di Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna, in base a quanto disposto dal Masaf che ha previsto un fermo aggiuntivo di 30 giorni successivo a quello ordinario di ottobre; questo, per recuperare lo sforamento dei giorni di pesca autorizzati e scongiurare una chiusura totale fino a fine anno, inizialmente proposta dalla Commissione Europea.
Le stime sono di Confcooperative Fedagripesca, secondo cui la pesca in tutto il Tirreno vale tra i 160 e i 230 milioni di euro l'anno. Tra le Regioni più colpite dal fermo aggiuntivo la Sicilia, che rappresenta quasi un terzo (32%) dell'intera flotta di strascico e il 46% dell'area tirrenica. La Toscana è il polo principale del Tirreno centro-settentrionale, con il 15% della flotta e il 22% della tirrenica. Campania e Lazio rappresentano un altro blocco importante, con il 17% della flotta e il 24% di quella tirrenica, con la prima regione che ha un peso quasi doppio rispetto all'altra. Tra gli obiettivi principali della misura c'è la protezione del nasello, specie considerata dall'Ue in sovrasfruttamento nel bacino tirrenico, tra le più apprezzate con 7 italiani su 8 che lo consumano con regolarità, secondo un sondaggio Fedagripesca.
"Il lungo negoziato con Bruxelles, grazie all'intervento del Masaf ha evitato misure insostenibili - sottolinea Fedagripesca - ma ha imposto nuove rinunce anche alla pesca artigianale e ai palangari". Infine un appello a Bruxelles "che valuti con maggiore attenzione le ricadute economiche e sociali delle proprie decisioni e che il Regolamento Feampa -Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l'acquacoltura - venga modificato per includere tutte le domande di demolizione ancora pendenti. Nell'immediato servono strumenti di sostegno economico per le cooperative che gestiscono mercati ittici e servizi agli armatori, due mesi senza reddito non sono sostenibili, e misure dedicate ai mestieri diversi dallo strascico, chiamati a condividere responsabilmente gli oneri della sostenibilità".
© RIPRODUZIONE RISERVATA
