Taverna - Passato, presente e futuro di un fenomeno, quello migratorio, che ha segnato e continua a segnare, seppure con forme e declinazioni diverse, la carne viva di popoli e comunità. Anche in Calabria. Se n’è parlato a Taverna nell’ambito della Festa dell’Emigrante appuntamento che si rinnova nel cuore dell'estate nella cittadina del catanzarese e che propone nell'arco dell'anno, anche un’importante appendice a Monza dove ormai da oltre 60 anni vive ed è radicata una folta colonia di tavernesi.
In apertura, in un angolo della piazza principale del paese, in vico I° Corso Mattia Preti, è stato inaugurato il murales dal titolo “Bentornati”, opera realizzata dall’artista catanzarese Claudio Chiaravalloti utilizzando colori e forme che, come mani tese, hanno inteso rappresentare lo spirito di accoglienza versi chi fa rientro per le ferie nei luoghi natii. Un soggetto fortemente evocativo ispirato ad una pagina tratta dal libro ‘Santa Barvera’ di Salvatore Munizza e che grazie alla rivisitazione dello street artist ripropone e attualizza uno dei momenti più emblematici del fenomeno: la partenza di intere famiglie a bordo della mitica Seicento multipla carica di pacchi e valigie cui fa da contraltare chi a distanza di molti decenni ne fissa oggi l'immagine con in mano uno smartphone. La breve cerimonia è stata scandita dalle note e dalle parole di un brano musicale composto per l’occasione. “Non solo pittura su muro, ma memoria viva – ha detto Franco Parrottino, presidente dell’associazione Valle dell’Alli e motore dell’iniziativa - testimonianza di un legame che nessuna distanza ha mai spezzato”.
A seguire la sala consiliare del Comune ha ospitato un momento di riflessione e di dibattito, moderato dal giornalista Clemente Angotti, aperto dai saluti del sindaco Sebastiano Tarantino e dal presidente Parrottino. Il convegno sul tema “Mattia e Gregorio illustri emigrati” ha offerto l'occasione per concretizzare quel ponte ideale tra il passato e il presente, tra le storie di chi è partito e quelle di chi oggi sceglie di tornare. Ad affrontare le tematiche migratorie sotto le proprie diverse angolazioni sono state due relazioni. Francesca Pristerà ha parlato ha parlato dei due più illustri emigrati tavernesi, Mattia e Gregorio, ripercorrendone le tappe dei due artisti fratelli partiti in tempi diversi dalla loro Taverna per affermarsi, siamo nel seicento, come pittori e guadagnarsi, soprattutto Mattia, un posto di assoluto rilievo nel panorama dell’arte pittorica italiana. E questo senza mai dimenticare le loro radici, anzi regalando a Taverna uno straordinario corpus di opere. Carmen Puleo, dal canto suo, ha tracciato un’analisi socio-economica del fenomeno migratorio ‘senza tempo’, appunto, fornendo una completa panoramica e disegnando anche una proiezione sull’evoluzione del fenomeno. Spunti interessanti che hanno offerto il destro ai contributi del vice sindaco Vladimir Vavalà, della delegata comunale alla Cultura Clementina Amelio, di Salvatore Veraldi, intervenuto in rappresentanza della comunità monzese, di Salvatore Munizza e del saggista Umberto Ursetta che ha anticipato alcuni interessanti contenuti di una sua prossima pubblicazione sul tema.
Le conclusioni del convegno sono state affidate al parroco don Antonio Ranieri che, partendo da una disamina del fenomeno migratorio nelle sue diverse declinazioni, ha invitato a mettere in pratica il messaggio dell’accoglienza sottolineando la necessità di agire assieme per il rafforzamento del legame tra le comunità di residenti e quanti rimangono legati alla loro terra natale. ‘Dalla conoscenza reciproca – ha detto il sacerdote -non può che scaturire l’arricchimento reciproco”.
In chiusura della manifestazione il presidente Parrottino ha illustrato il progetto di promozione turistica multimediale Visit Taverna, “nuovo strumento virtuale – ha spiegato - per scoprire ogni angolo e ogni storia della ‘città del Cavalier Calabrese’, primo tra gli emigrati illustri di questa terra”.
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