"INSIDE – Arte Verona": il lametino Mazza protagonista dell’ultimo evento del 2025 tra interiorità e visione contemporane

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Verona - Si è concluso il 24 dicembre l’ultimo evento del 2025 del Cav. Mazza, protagonista a Verona unitamente ad una strettissima e selezionata cerchia di artisti contemporanei, scelti direttamente dal Presidente, Patrizia Stefani. Nel cuore della città, tra luci natalizie e atmosfere sospese nelle millenarie pietre dell’Arena dove si erge la stella che si spinge oltre il muro, INSIDE – arte Verona ci ha invitati a varcare la soglia dell’interiorità.

Inaugurata il 13 dicembre 2025 nella Sala Pighi della Società Belle Arti Verona, adiacente alla Chiesa di San Nicolò all’Arena ha preso vita la rassegna d’arte, con gli interventi della Dott.ssa Stafani Presidente della Patty’s Art Gallery e del Prof. Gianni Lollis, Presidente della Società Belle Arti Verona. Un luogo che da anni accoglie l’arte in tutte le sue forme, testimone di una tradizione viva e in continuo dialogo con il presente. Le sue pareti hanno ospitato artisti e visioni, diventando uno spazio dove la creatività incontra la riflessione, e il linguaggio dell’arte si rinnova di mostra in mostra.

INSIDE è un progetto che appartiene profondamente alla visione curatoriale: un percorso che affida all’arte la capacità di aprire soglie, di rivelare ciò che rimane dietro la superficie, di accompagnare chi osserva in un’esperienza più intima e consapevole.

Come ricorda la Presidente, Patrizia Stefani: "INSIDE – arte Verona nasce dal desiderio di ascoltare ciò che non si vede. In un luogo così carico di storia e spiritualità, ogni opera si fa soglia verso l’invisibile.» Dall’incontro tra arte e interiorità, tra lo sguardo sul mondo e quello dentro di sé, ha trovato la giusta vetrina l’arte del Cavaliere, che è stato invitato direttamente dal Presidente Stefani, con l’opera dal titolo: “San Giorgio”".

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"Una straordinaria e sperimentale opera d’arte - raccontano in una nota - realizzata a tampone bucciato, con inserti a sbalzo, in ha rappresentato l’eterna lotta tra bene e male che si manifesta nell’opera, attraverso l’episodio di San Giorgio che uccide il drago. La leggenda narra che San Giorgio fosse un nobile cavaliere originario della Cappadocia che in groppa ad uno splendido cavallo bianco giunse nella città di Selem funestata dalla presenza di un terribile drago. Il mostro con il suo alito infuocato seminava paura e morte fra la popolazione; che per placare l’ira del drago iniziò ad offrirgli sacrifici umani, estraendo a sorte i nomi dei malcapitati. Finché un giorno ad essere estratto fu proprio il nome della figlia del re. Quest’ultima pronta ad offrirsi in pasto al mostro fu salvata dal Santo che con indomito coraggio riuscì a salvare la principessa e uccidere il drago liberando il popolo di Selem dalle vessazioni del mostro. In cambio, San Giorgio chiese che la città si convertisse alla parola di Cristo ricevendo il battesimo. Il racconto di San Giorgio riprende il modello della battaglia dell’Arcangelo Michele, dell’eterna tensione tra bene e male e proprio per questo venne eletto dai crociati come loro protettore trasformandolo da martire a Santo Guerriero. In quest’opera la battaglia di San Giorgio è resa con un forte impatto visivo. I colori intensi usati colpiscono l’osservatore: il blu del cielo, spezzato dal bianco lucente del cavallo che quasi come una nuvola divide la scena e domina il Drago, trafitto dalla lancia in argento applicata a sbalzo che ci abbaglia. Il verde vitale con cui il maestro rappresenta il Drago stride con la scena. Il Drago sta morendo, è agonizzante e tinge del suo sangue purpureo tutto lo spazio circostante, restituendo alla terra la vita che le ha sottratto. Tuttavia questo verde vitale del Drago non è un caso, rimanda ad una battaglia che non si risolve mai del tutto, che ci ricorda che dobbiamo restare sempre vigili, pronti a rischiarare le tenebre con la luce della fede. La sperimentazione della nuova tecnica del “tampone bucciato” creata dal Cav. Mazza, esprime al meglio la cifra stilistica dell’autore e permette all’opera di vibrare. Le figure sembrano muoversi continuamente e ci spingono a fermarci, a mettere a fuoco, a definire in noi stessi l’esperienza visiva, finché il nostro sguardo non incontra quello del Santo. I suoi occhi ci scrutano, ci rassicurano, non mostrano esitazione alcuna e ci ricordano che in questa guerra continua, il bene trionferà sempre sul male perché tutto è possibile quando si ha fede".

Con questa rassegna, Patty’s Art Gallery rinnova il proprio impegno nel promuovere un’arte capace di intrecciare estetica e introspezione, tradizione e contemporaneità, spazio e interiorità.

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