Intitolata a Giuditta Levato sala conferenze Musmi, Bruno: "Era la sposa e sorella di tutti i contadini combattenti"

DSC_0594.jpg

Catanzaro - "Giuditta Levato non era soltanto una semplice bracciante. Era la sposa e la sorella di tutti i contadini combattenti, era la madre dei bimbi mal vestiti; era una donna che aveva nobilmente intuito e voleva che i lavoratori del suo paese, avessero insieme agli uomini di tutta l'umanità, la libertà dal bisogno e la fine delle guerre". Lo ha detto il presidente della Provincia di Catanzaro, Enzo Bruno, intervenendo alla cerimonia d'intitolazione della Sala conferenze del Museo Musmi, nel giorno della Festa della donna, a Giuditta Levato, prima vittima della lotta al latifondo in Calabria. Alla cerimonia ha presenziato il prefetto di Catanzaro, Luisa Latella, insieme a numerose autorità militari e civili. Accanto al presidente Bruno erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Sellia Marina, Francesco Mauro, il Comune che ha dato i natali a Giuditta, la direttrice del Musmi, la dirigente Rosetta Alberto ed il presidente della Commissione contro la 'ndrangheta del Consiglio regionale, Arturo Bova.

Bruno---Prefetto.jpg

"Giuditta Levato é morta - ha aggiunto il presidente Bruno - rivendicando il diritto al lavoro, per la sua famiglia, per i suoi figli, per una comunità che tentava una rivoluzione di civiltà e per se stessa. Ma La figura di Giuditta Levato è quella di una donna consapevole della sua forza interiore, presente al suo tempo, sostenuta da valori e sentimenti di amore, gioia, dolore, dignità, libertà che attraversano la sua vita, pertanto il suo esempio, deve rappresentare un patrimonio comune anche in un tempo come il nostro in cui la violenza di ogni tipo e la corruzione rendono complicata la vita del cittadino. Ed il suo sacrificio è di grande attualità, basti pensare a quanto avvenuto, non più tardi di un mese fa, nelle campagne di Andria: il sacrificio di un'altra donna, un'altra bracciante agricola morta dalla fatica, Paola Clemente. Paola e Giuditta sono la faccia di una stessa medaglia, ieri come oggi, dove il diritto al lavoro, sembra ancora un privilegio per pochi. Le ultime parole pronunciate da Giuditta Levato sono state quelle di non arrendersi agli eventi ma di combattere per un mondo migliore, dove ogni cittadino possa essere libero dalle frustrazioni e dalla miseria". "Qual è dunque il messaggio - ha concluso Bruno - che Giuditta Levato comunica ad ogni cittadino, alle Istituzioni, alla comunità? Quello di non lasciarsi vincere dall'ingiustizia, per paura o viltà ma lottare per la libertà perché la giustizia e l'equità sociale prevalgano sempre".

Targa-scoperta.jpg

© RIPRODUZIONE RISERVATA