Lamezia, futuro incerto per la casa di riposo comunale "Bosco S.Antonio": dal 30 aprile attività a rischio chiusura

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Lamezia Terme - Chiedono informazioni, sollecitano risposte e soprattutto vogliono certezze sul futuro dei loro parenti. Sono i familiari degli ospiti della casa di riposo comunale "Bosco S. Antonio" di Lamezia, preoccupati per le sorti dell'antica struttura ubicata sul Colle S. Antonio. Ma cosa sta accadendo? Da tempo si inseguono voci di chiusura e di cessazione del servizio. Voci in parte vere ma giustificate dalle intervenute nuove normative regionali sull'adeguamento di tali strutture. Per saperne di più, dal Comune abbiamo appreso che comunque la volontà e i programmi dell'Ente sono quelli di salvaguardare la casa di riposo S. Antonio procedendo, dopo gli interventi strutturali da realizzare, ad una gara d'appalto finalizzata alla gestione del servizio da parte di un soggetto privato che si accolli gli oneri, giacché attualmente il Comune di Lamezia annualmente è in netta perdita.

Per sapere dunque cosa è accaduto negli ultimi mesi, abbiamo appreso dal Comune che "per quanto riguarda le strutture socio-assistenziali è intervenuta la riforma della Regione Calabria che ha modificato le modalità attraverso le quali determinate strutture possono essere idonee per avere autorizzazione e accreditamento. Entro il 31 dicembre 2023 queste strutture, compresa la casa di riposo S. Antonio, dovevano essere adeguate alle nuove normative. Quindi, sono state avviate le verifiche e il 28 dicembre tramite apposita ordinanza sindacale e per tre mesi fino al 31 marzo, era stata prorogata l'attività, pur non essendoci ancora l'adeguamento alle nuove normative e non avendo avuto l'autorizzazione. Al 31 marzo 2024, il sindaco di Lamezia ha fatto un’ulteriore ordinanza sindacale per una proroga di altri 60 giorni. Il problema, dunque, è che la casa di riposo S. Antonio è fra quelle che ad oggi non è idonea dal punto di vista strutturale per mancanza di adeguamento.

Cosa manca alla struttura

Manca l'agibilità, l'accatastamento, le vie di uscita e altro. Insomma, la possibilità di poter far sì che possa continuare ed avere l'autorizzazione "oggi è improponibile". I dati attualmente dicono che ci sono 4 ospiti con un appalto che scade il 30 aprile. "Oggi che non c'è la possibilità di intervenire strutturalmente in tempi rapidi", evidenziano dal Comune. "E' chiaro che si sta facendo in mondo che queste 4 persone possano essere alloggiate in altra casa di riposo, in altra struttura socio-assistenziale, e i Servizi sociali si stanno impegnando per questo". Dal Comune legittimamente dicono che "non si tratta di una scelta politica" ma "dettata da quelle che sono le normative in vigore", pur comprendendo la "storicità" e l'importanza della struttura per la città di Lamezia. Inoltre, vi è da aggiungere che la casa per anziani S. Antonio annualmente produce una perdita netta per il Comune piuttosto elevata per una struttura che negli ultimi tre anni ha ospitato mediamente 6 persone. Insomma, da via Perugini si evidenzia che "bisogna capire, da cittadini responsabili, se questa tipologia di struttura per come è fatta può andare avanti".

Il programma del Comune

La previsione del Comune è quella comunque di mettere a norma la struttura e poi di fare una gara d'appalto dove ci sia la concessione della struttura e del servizio, e non come adesso che il Comune incassa le rette e paga la cooperativa. “Il Comune non può sopperire a tutto, deve ottimizzare le risorse che ci sono”. Con questa soluzione, un soggetto privato - che potrebbe essere anche l'attuale cooperativa o altro soggetto ancora - che vince l'appalto gestisce direttamente tramite una concessione di servizio e con gli oneri a suo carico.  Per quanto riguarda la scadenza del 30 aprile, dal Comune infine fanno sapere "che non ci sono problemi particolari per i quattro ospiti e che i Servizi sociali troveranno una soluzione". In definitiva, il problema della cessazione "è che rispetto a quelli che sono i nuovi requisiti della normativa regionale, la struttura di Colle S. Antonio non ce li ha ed è impossibile in tempi utili poter adeguare la struttura alle normative regionali".

A.C.

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