Lamezia, l’Istituto Perri-Pitagora celebra la “Giornata della legalità” con Salvatore Borsellino e la scrittrice Silvia Camerino

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Lamezia Terme - L’Istituto comprensivo “Perri-Pitagora” ha celebrato la “Giornata della legalità”. Per l’occasione si è svolto un incontro nell’auditorium della scuola, alla presenza degli studenti della scuola Primaria e della scuola Secondaria di primo grado, accompagnati dalle loro insegnanti. Gli studenti hanno avuto la possibilità di incontrare ed ascoltare la scrittrice lametina Silvia Camerino, che ha scritto il libro “Mio fratello Paolo” insieme a Salvatore Borsellino, che era presente all’incontro collegato da remoto. Ad introdurre e moderare la giornata è stata la prof.ssa Maria Antonietta Torchia, referente della Legalità per la scuola, presente anche il dirigente scolastico Giuseppe De Vita e l’avvocato Raffaella Mascaro.

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La professoressa Torchia ha ringraziato gli ospiti ed esortato gli studenti a mantenere sempre vivo il ricordo di chi ha lottato e sacrificato la propria vita per gli altri. È poi intervenuto il dirigente  De Vita, che ha  sottolineato come la giornata della legalità non vuole essere una mera manifestazione ma “un giorno particolare in cui  vogliamo testimoniare come la legalità  la viviamo nella quotidianità, attraverso le azioni di tutti i giorni che facciamo all'interno della scuola, improntate  al rispetto della legalità”. Quello di oggi, ha aggiunto De Vita, “vuole essere un continuum nel nostro agire quotidiano rispettando le regole e lo facciamo ricordando  uomini dello Stato che hanno dato la loro vita per gli altri”. Dense di significato le parole del fratello del giudice Borsellino, collegato da remoto con la scuola.  “Oggi non è solo la Giornata della legalità ma è un giorno di memoria per una delle più terribili stragi che hanno segnato la storia del nostro Paese - ha detto Salvatore Borsellino - un'intera autostrada è stata fatta saltare a Capaci per uccidere Giovanni Falcone e 57 terribili giorni dopo è avvenuta la strage in via D’Amelio, dove è stato ucciso Paolo. Loro erano fratelli, anche se non anagraficamente, avevano gli stessi sogni e hanno combattuto le stesse battaglie”. Borsellino fino all’ultimo giorno della sua vita ha lottato per scoprire chi fossero stati gli assassini di  Falcone, sapendo che prima o poi sarebbe toccato anche a lui. “In quei 57 giorni, lo Stato avrebbe dovuto proteggerlo, e invece così non è stato così - ha aggiunto Salvatore - lo hanno mandato alla guerra per combattere il nemico, ma il fuoco che lo ha ucciso non è stato solo quello della mafia: lui è stato ucciso alle spalle, da chi lo avrebbe dovuto proteggere”.

Parole forti, che dimostrano come quella ferita ancora sanguina, in quanto non è stata fatta giustizia. “La speranza - ha concluso - è in voi: mio fratello continua a comminare sulle vostre gambe”. Nel corso della mattina gli studenti hanno recitato poesie, realizzato il ritratto del magistrato, fatto domande e raccontato le vite di Paolo e Salvatore Borsellino, e anche della scrittrice lametina Silvia Camerino, che ha scritto insieme a Salvatore Borsellino il libro “Mio fratello Paolo”. La scrittrice ha risposto alle numerose domande poste dagli studenti, spiegando come è nato il libro e anche la sua appartenenza all’associazione “Agenda rossa”. Presente all’incontro anche l’avvocato Raffaella Mascaro che ha sollecitato gli studenti a seguire sempre le regole e fare nel proprio piccolo tutto seguendo sempre la legalità.

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