Lamezia Terme - Fiore all'occhiello dell'ospedale di Lamezia Terme, un reparto dove si recano pazienti da diverse zone della Calabria, dove il sostegno dei caregiver è contemplato e dove ogni anno si registrano mille nascite. Parliamo del reparto di Ginecologia ed ostetricia diretto dal dottor Salvatore Iannelli.
Reparto, dunque, da sempre un fiore all'occhiello dell'ospedale di Lamezia Terme?
“Sì, e continua ad esserlo. Siamo un poco in affanno come organico, carente sia per quanto riguarda il personale del comparto che per il personale medico, poiché tra il personale che figura in organico, vi è chi ha una malattia permanente e dovrebbe essere sostituito, quello che ha la 104, o chi si ammala all’improvviso, e quelli in servizio devono fare salti mortali per coprire i turni. Tra l’altro poi, ci penalizza anche il fatto che lavoriamo su due piani e questo comporta un maggiore dispendio di forze lavorative. Un reparto che fa tanti parti ha bisogno di personale. Per il resto possiamo dire che il nostro reparto va bene, in quanto cerchiamo di sopperire a ciò con la nostra dedizione ed il nostro impegno continuo, al fine di garantire l’adeguata assistenza alle pazienti della nostra Unità operativa”.
Si avverte anche qui un calo di nascite?
“Il calo demografico c’è e si assesta al 20 per cento a livello nazionale, e questo penalizza anche noi ovviamente. A Lamezia ci ha penalizzato ancora di più perché non essendo Centro Covid, negli ultimi due anni abbiamo dovuto dirottare pazienti presso l'ospedale di Catanzaro e quindi una buona percentuale di positive, non hanno potuto partorire presso la nostra Unità operativa; parliamo degli anni 2020-2021 e 2022; questo avveniva quando il parto non era imminente, perché in quei casi abbiamo prestato la nostra assistenza in maniera adeguata. Tutto ciò, purtroppo, ci ha penalizzato in termini di numeri”.
Quante nascite ci sono in un anno a Lamezia ed è praticata l’Ivg, l’Interruzione volontaria di gravidanza?
“Siamo intorno alle mille nascite. Vengono al nostro ospedale anche da fuori città, dal comprensorio e stiamo avendo un'affluenza importante anche da molte località fuori dal Lametino. Per quanto riguarda l’Ivg, che effettuiamo per la maggior parte in modo farmacologico, siamo l’ospedale della Calabria con il maggior numero di medici “non obiettori di coscienza” per cui riusciamo a fornire tale servizio tutti i giorni della settimana”.
Per quanto riguarda la possibilità di avere all'interno del reparto un cosiddetto caregiver? A Lamezia questo avviene? A Roma qualche tempo fa un neonato è morto perché la mamma mentre lo allattava dormiva ed era purtroppo sola in quel momento...
“Ci accorgiamo di queste cose purtroppo quando succedono in maniera eclatante. Non ci dimentichiamo che veniamo da un periodo Covid in cui questo virus è stato visto come la peste bubbonica; per tale motivo, in quel periodo siamo stati anche etichettati come “emuntori del male” e comunque abbiamo dovuto operare per forza con delle restrizioni. Adesso ci stiamo aprendo anche per via delle disposizioni a livello nazionale per cui accettiamo un caregiver; e preferiamo farlo sempre per limitare i danni o comunque per limitare eventuali trasmissioni, perché ricordiamo ancora il Covid, comunque, esiste e preferiamo farlo dopo il parto o dopo l'intervento; a tal proposito ricordo che noi effettuiamo un gran numero di interventi ginecologici, sia per via classica laparotomica, che anche per via laparoscopica e vaginale. Noi facciamo entrare il marito in sala parto, munito sempre di tampone e altri fattori di protezione idonei, al momento del parto. Poi, consentiamo l'assistenza di una persona per paziente che, eventualmente, può essere sostituita da un’altra e sempre con tamponi negativi e fattori di protezione adeguati. L'ingresso ai visitatori è consentito una sola volta nella giornata e di una sola persona per paziente. Ecco, diciamo che l'affetto, in questa fase, non lo facciamo mancare. Ovviamente questo si riferisce alla popolazione in generale. Qualora poi siamo davanti al minorenne o persona con handicap, è ovvio che lo consentiamo anche prima. Ma queste sono situazioni particolari che fortunatamente da noi capitano di meno, magari riguarda di più i reparti tipo medicina, geriatria etc. Per quanto riguarda le nostre gestanti e le operande, ci regoliamo in questo modo, sperando di evitare la trasmissione all'interno; questa è la cosa essenziale: fuori ormai si viaggia senza mascherina”.
Antonio Cannone
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