Lamezia Terme - Mentre cortei e concerti scaldano il Primo Maggio, la Calabria fa i conti con un numero che raffredda ogni entusiasmo: ventisei lavoratori non sono tornati a casa nel 2024. Secondo il riepilogo dei dati open-data Inail diffuso il 1 maggio 2025, nel 2024 la Calabria ha registrato 26 denunce di infortunio con esito mortale, tre in meno rispetto alle 29 del 2023 ma si tratta ancora di dati allarmanti.
La distribuzione provinciale mostra una netta prevalenza del Cosentino, dove si contano 12 vittime, pari al 46 % del totale regionale. Seguono Catanzaro con 7 decessi (27 %), Crotone e Reggio Calabria con 3 casi ciascuna (11 % a testa) e, infine, Vibo Valentia con 1 decesso (4 %). Rispetto all’anno precedente il calo complessivo è del 10 %, ma la ripartizione interna rimane sostanzialmente invariata: Cosenza conserva la “maglia nera”, mentre Catanzaro è l’unica provincia in crescita (+2 casi). In totale, il bilancio 2024 colloca la regione al di sopra della soglia di una morte sul lavoro ogni 80 mila abitanti.
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