Lamezia, presentato “Il carrozzone - vagabondando tra le rime”: raccolta di poesie e aforismi di Antonietta Vincenzo

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Lamezia Terme - "Una festa per “battezzare” l’ultimo nato nel panorama editoriale, “Il carrozzone - vagabondando tra le rime”, raccolta di poesie e aforismi di Antonietta Vincenzo". Con questo spirito, all’insegna della “convivialità e della gioia di stare insieme”, si è tenuto il “caffè letterario Dolceamaro”, sabato mattina su Corso Nicotera, alla presenza di intellettuali e giornalisti. La mattinata di inizio estate, raccontano “ha animato il sabato lametino, tra le poesie di Antonietta Vincenzo e i caffè sorseggiati tra una lettura e l’altra, secondo l’ormai consolidata tradizione del caffè letterario nato nel 2015 nell’omonima caffetteria.   Un saluto a distanza è pervenuto dalla giornalista Lina Latelli Nucifero, la quale ha voluto essere spiritualmente presente con una sua recensione, nella quale analizza lo stile narrativo e le tematiche che hanno caratterizzato l’ultima fatica letteraria della professoressa Vincenzo”.

“Poesia e prosa dominano nel libro “Il Carrozzone” – scrive Lina Latelli Nucifero - un’opera che si snoda lungo un percorso propedeutico allo svolgimento dell’attività letteraria della poetessa improntata su una copiosa produzione di romanzi ruotanti intorno ad una molteplicità contenutistica di grande attualità intrisa di intrinseci riflessi psicologici e biografici.  Il Carrozzone – prosegue- pur in linea con la poetica finora seguita dall’autrice, ci conduce in sentieri inesplorati, nei meandri della sua anima, mettendone a fuoco tutte le sfumature, in parte già individuabili nei romanzi.  Il Carrozzone, permeato di sottile e pungente ironia, proietta il lettore in una incisiva dimensione letteraria ricca di temi attuali, riflessioni, interrogativi sul nostro io, sulla natura, sulla felicità, sulla bellezza, in altri termini sullo stesso universo racchiuso in ognuno di noi come scrive l’autrice. Pertanto, sia la sfera prosaica che quella poetica convergono sempre sui temi citati sopra inducendo il lettore alla meditazione, all’analisi interiore non solo del mondo circostante ma anche di se stesso, della nostra esistenza e dell’umanità stessa”.

Lina Latelli approfondisce anche l’aspetto psicologico, sempre presene nelle opere di Antonietta Vincenzo: “È un continuo scandagliare gli abissi del nostro essere, della vita, della validità del vivere stesso alla costante ricerca di risposte, spesso vane, di verità, di certezze di cui, sovente, tacciono possibili risposte. Tutta la narrazione è tradotta in un linguaggio appropriato e poetico dominato da equilibrio e musicalità, armonia e versatilità artistica. La parola conserva tutto il suo valore semantico e viene assunta non come fine a se stessa ma come reazione soggettiva agli eventi esterni o ai fatti intimi colti in una dimensione universale. Inoltre crea vive immagini prevalentemente metaforiche animate da una espressione nitida e comprensibile”.

Un saluto a distanza è pervenuto anche dall’amico Franco Richichi, al quale il libro è dedicato. Richichi ha espresso parole di grande apprezzamento per il talento di Antonietta Vincenzo e per l’originalità della sua nuova opera, nata dalle lunghe conversazioni e dagli stimolanti scambi d’idee intercorsi fra l’autrice e il noto intellettuale lametino. “Tematiche universali, affrontate tra un caffè e l’altro, per evadere dalla monotonia della routine quotidiana, che diventano versi intrisi di lirica e di profondità.

“Il Carrozzone – scrive l’autrice – è un luogo ideale che forse non esiste, dove trovano rifugio tutti i pensieri inespressi. Dove sono depositati i desideri imbrigliati. È soprattutto un luogo di sosta. Una sala d’attesa, da cui spiccare il volo verso lidi inesplorati, quando la voglia di libertà travalica il peso della gravità e spinge a sorvolare alto, planando leggeri su cose, vicende, su tutto ciò che è vincolo e tiene ancorati. Prigionieri di se stessi prima che degli altri. E quando la curiosità spinge ad andare. Andare oltre, senza mai fermarsi, a briglie sciolte. Cane senza padrone e senza guinzaglio”.

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