Catanzaro – "Ho letto su un giornale alcuni particolari della vicenda giudiziaria che mi riguarda. Ecco perché ho deciso di rispondere ad accuse pubbliche con risposte pubbliche". A parlare è il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nel corso di una conferenza stampa convocata alla cittadella il giorno dopo essersi difeso in tv dalle accuse che gli sono piovute addosso dalla procura di Catanzaro, nell’ambito di un’inchiesta su presunta corruzione e che coinvolgerebbe altre quattro persone. "I miei legali mi hanno sconsigliato di parlare con la stampa - ha aggiunto - ma ho improntato la mia attività al massimo rigore ma non voglio che sia sporcata la mia immagine e quella della Calabria. Non mi sottraggo, spero che i magistrati mi chiamino al più presto perché sono nelle condizioni di chiarire tutto".
"Non so chi ha diffuso le notizie alla stampa - ha spiegato rispondendo alle domande dei giornalisti - so che la Guardia di finanza con grande discrezione mi ha notificato l'atto in cittadella. Sono stati giorni complicati per me, in quei giorni mia figlia stava per affrontare un esame all'università e mio figlio stava preparando la maturità. Per cui all'inizio ho mantenuto un profilo di cautela poi è iniziato il chiacchiericcio e ho dato io stesso la notizia. So che a me le carte sono state negate e ai giornali sono state date".
E sul piano politico: "La mia volontà di ricandidarmi è nata da tempo ma ora non nelle condizioni di dire se vi sia dietro una manovra politica, non sono un complottista. Sono arrabbiato perché i fatti contestati mi sembrano inconsistenti. Non chiedo garanzie ma svolgo una funzione pubblica e devo essere interrogato. Sto buttando il sangue per dare un racconto diverso, è insopportabile che tutto ciò si sporchi". "Non voglio - ha aggiunto il presidente della Regione- attaccare la magistratura, ci ho lavorato a fianco. Con Ferraro non ho mai avuto rapporti societari, non sapevo che avesse dato una consulenza a Posteraro perché per un presidente è impossibile avere contezza di tutti gli atti prodotti. Poi non esiste il patto corruttivo". Occhiuto è entrato nel merito delle accuse, parlando di "normali rapporti fra soci".
"Mi sento stuprato, pronto a ricandidarmi con ancora più convinzione"
"Questa vicenda quasi dimostra che per fare l'amministratore occorra essere un nullafacente. Quando non stato eletto nel Parlamento nel 2013 ho deciso di non essere mai dipendente dalla politica. Ora sono indagato nella mia funzione pubblica per una attività privata. Non sono giustizialista, le istituzioni devono camminare insieme. Non credo in una cospirazione, ma resta il fatto che le carte hanno iniziato a circolare. Sono basito da questa vicenda e ho ricevuto molto sostegno dalla mia parte politica. Ma sono stati i cittadini calabresi ad avermi dimostrato vicinanza e di questo sono molto contento. Nella storia della Calabria, tutti i presidenti di Regione sono stati coinvolti in vicende giudiziarie ma io non consentirò che qualcuno mi faccia fuori politicamente. Oggi lo dico con ancora più convinzione, i calabresi dovranno decidere se sono degno di governare la Calabria. Sono pronto a riferire della vicenda in consiglio regionale". "Mi sento stuprato - ha detto ancora - violato nella mia dignità ma sono combattivo e dimostrerò forza e determinazione".
"Le nomine che ho fatto sono sempre state ispirate dal merito e dagli obiettivi raggiunti. Sull'Aterp ho, per esempio, dato come obiettivo di trovare gli alloggi per sgomberare Scordovillo, se raggiunge l'obiettivo sarà riconfermato".
G.V.
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