Lamezia Terme - Si è riunito a Lamezia il coordinamento del Comunicato "Difendiamo La Costituzione". L'avvocato Mario De Grazia, in merito all'incontro, afferma: "C'è stato un partecipato e utile confronto sulla necessità di riprendere con decisione un'ampia informazione dei cittadini sui temi costituzionalmente sensibili, a partire dalla pessima "riforma" dell'Ordinamento giudiziario e della separazione delle carriere tra magistrati requirenti, i PM, e magistrati giudicanti, tanto cara a Berlusconi, prima, e al governo Meloni, ora".
Il Coordinamento ha, quindi, deciso "di convocare l'assemblea aperta del Comitato per la fine del mese di ottobre al fine di rilanciare le iniziative più opportune sul territorio, coinvolgendo anche i Comuni del comprensorio per una vasta campagna di informazione sugli effetti peggiorativi della riforma sotto il profilo della tutela dei diritti e dell’uguaglianza dei cittadini dinanzi alla legge; di organizzare gruppi di lavoro e momementi mirati per approfondire in dettaglio la proposta di modifica costituzionale e rendere consapevoli e correttamente informati tutti gli aderenti al Comitato; organizzare un incontro pubblico di grande richiamo come primo rilancio della campagna di difesa della Costituzione e della divisione dei Poteri in essa definita".
Detto ciò, spiega De Grazia: "è necessario ricordare a tutti noi, come elementi base del nostro impegno, che: il vero obiettivo del governo Meloni, come più volte ribadito, è quello di modificare la Costituzione e superare la divisione dei poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario) al fine di indebolire la Magistratura, dividerla e condurre i Pubblici ministeri sotto il controllo del governo. Tutto ciò per preparare, poi, la fine dell'obbligatorietà dell'azione penale da parte dei PM. Si vuole, in buona sostanza, che sia il governo a stabilire ogni anno quali reati debbano essere perseguiti con priorità (se i reati di corruzione o quelli contro il patrimonio, se i reati mafiosi o quelli di lesione etc.). Che questo sia il vero obiettivo di del governo, lo dimostra il fatto che la divisione funzionale delle carriere è da tempo realizzata in Italia (in media solo 20 o 30 magistrati su 10 mila all'anno, chiedono di cambiare funzione e possono farlo solo spostandosi in altra regione e dopo 9 anni di servizio), quindi non c'è necessità di una legge, ancor più di una legge di modifica costituzionale per stabirla".
Secondo il Comitato "stanno ufficialmente dichiarando guerra a un altro potere dello Stato, quello giudiziario, alla sua indipendenza e autonomia per dividerlo e renderlo controllabile, addomesticabile. Dopo la scontata seconda approvazione della Camera e alla fine del percorso parlamentare, non raggiungendo la maggioranza dei 2/3, ci sarà il referendum, come ultimo argine a questo regime che sta smontando, un pezzo alla volta, il cuore della Costituzione repubblicana. La difenderemo con forza e impegno, preparandoci adeguatamente, informando in modo puntuale i cittadini sul grave pericolo che corre il Paese con lo stravolgimento della Costituzione repubblicana".
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