Lamezia, memoria, incontri e luoghi interiori per lo spettacolo “Le cose di prima”

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Lamezia Terme  – "Il nuovo appuntamento di Caudex – Visioni letterarie, sotto la direzione artistica di Sabrina Pugliese, ha portato sul proscenio del Teatro Grandinetti l'ultima fatica letteraria di Giuseppe Aloe, "Le cose di prima". La serata si è rivelata un sofisticato evento culturale capace di bilanciare l'intensità della performance teatrale con la profondità dell'analisi critica" è quanto si legge in una nota.

"L'allestimento scenico, sotto la regia di Sabrina Pugliese - precisano - ha colto con lucidità la complessa poetica di Aloe, rappresentando la distanza incolmabile tra il passato e il presente e dividendo lo spazio in due realtà coesistenti. Un terrazzo domestico, arredato con sedie e piante, ha accolto Angela Gaetano e Gianluca Sapio nei ruoli di Annette e Martin e, oltre un velo di tenda, che fungeva da confine e filtro, si apriva la dimensione del ricordo, un passato tumultuoso e traumatico. Qui, gli attori Rosy Vergori, Walter Vasta, Renato Santorelli e Gabriel Parisi hanno dato corpo ai flashback dell'infanzia. La loro azione ha trasformato la memoria da semplice sfondo a vero e proprio assalto emotivo, svelando le radici profonde del dramma di Martin". 

"Questa stratificazione di linguaggi, sostenuta dal commento sonoro jazzistico del sax di Diego Costanzo e della chitarra di Vittorio Viscomi, ha amplificato ogni emozione fungendo quasi da voce interiore. A suggellare l'esperienza rappresentativa è stato il serrato colloquio con l'autore. Sabrina Pugliese ed Emanuela Stella hanno condotto una profonda analisi dell'opera che ha illuminato la scrittura intensa e penetrante di Giuseppe Aloe. L'autore si è rivelato non solo come un romanziere di spessore, ma come un protagonista scenico a sua volta. Le sue risposte e il suo linguaggio hanno avuto un ruolo chiave nel rendere l'incontro godibile e stimolante, trasformando l'evento in un gioco intelligente dove gli attori, i musicisti, le intervistatrici e il romanzo apparivano indistinguibili tessere di un meccanismo vincente. Lo spettacolo ha trovato la sua conclusione in un gesto familiare, così come la serata richiedeva, con la condivisione di caffè e biscotti. Un momento di degustazione, un diretto richiamo ai sapori menzionati nel libro, che ha riportato il pubblico alla concretezza e alla memoria più intima, sigillando così l'esperienza emotiva". 

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