San Pietro a Maida si ripopola con gli svizzeri: “Rientrano dopo la pensione, qui vita meno cara e valori autentici”

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San Pietro a Maida - C’è un flusso inesorabile di calabresi che abbandona la terra di origine e segna a ritmo costante un incalzante inverno demografico ma c’è anche un flusso inverso, meno travolgente, ancora timido ma reale: quello dei calabresi immigrati in altre realtà e che decidono di far rientro a casa. Sono i migranti di ritorno e il piccolo centro di San Pietro a Maida è testimone di questa storia. Qui negli ultimi tempi almeno 8 famiglie provenienti dalla Svizzera sono rientrate e piano piano il borgo si sta ripopolando. “Questa è una caratteristica di San Pietro a Maida – spiega il sindaco Domenico Giampà - perché c’è una popolazione davvero corposa che vive in Svizzera, oltre duemila sono gli iscritti all’AIRE e siccome sono tanti le opinioni non sono sempre concordi, ma c’è un fatto oggettivo: abbiamo avuto 8 rientri nel 2024, 8 famiglie di cui due stanno per acquistare casa e stabilmente vivranno a San Pietro a Maida. La ragione è la qualità della vita. Dal punto di vista economico chi ha una pensione svizzera in Calabria vive uno standard molto elevato, ma poi anche il clima più mite e la vita meno frenetica. Il 29 novembre mi hanno invitato alla festa dei calabresi in Svizzera a Lucerna e parlerò di questa esperienza. Considero questo dato dell’emigrazione di ritorno molto importante rispetto allo spopolamento, ci indirizza una strada che devi portare a politiche mirate è un importante oltre che incoraggiante segnale di speranza”.

“Questi numeri – aggiunge - se si considera la crisi dello spopolamento, acquisiscono un significato profondo per la nostra comunità: rappresentano una risorsa inestimabile, non solo dal punto di vista economico, ma anche umano. A tal proposito, voglio condividere un episodio che mi ha colpito. Ho incontrato un pensionato svizzero, privo di legami con San Pietro a Maida e che non parlava italiano, ma che si era recato qui per esplorare la possibilità di trasferirsi. Questo va oltre il semplice legame con le origini e oltre la flat tax del 7%. È essenziale che comprendiamo l’urgenza di promuovere politiche che possano attrarre queste tendenze, fondate sul desiderio di una vita migliore”.

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