Giovane morto in rissa in spiaggia nel Crotonese, indagato confessa omicidio: ritrovato coltello

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Crotone -  Avrebbe ammesso le proprie responsabilità Giuseppe Paparo, di 39 anni, arrestato dai carabinieri con l'accusa di essere stato il responsabile dell'omicidio di Filippo Verterame, il giovane di 22 anni ucciso il 19 agosto scorso al culmine di una rissa sulla spiaggia di località "Le Cannella" di Isola Capo Rizzuto. Paparo ha reso la sua confessione, dopo essere stato dimesso dall'ospedale dov'era ricoverato perché anch'egli ferito nella rissa, nel corso dell'interrogatorio cui è stato sottoposto, su sua richiesta, dal sostituto procuratore della Repubblica di Crotone Pasquale Festa, titolare dell'inchiesta sull'omicidio di Verterame. Il 39enne ha anche fornito al magistrato le indicazioni utili per fare trovare il coltello con cui avrebbe ucciso il giovane. I carabinieri hanno potuto così recuperare l'arma, che era nascosta, ancora intrisa di sangue, in una zona dalla fitta vegetazione adiacente al luogo della rissa. Nel corso dell'interrogatorio, Paparo avrebbe anche ricostruito la dinamica della rissa e le modalità dell'omicidio di Verterame, colpito con una coltellata alla gola che ne ha provocato la morte immediata. Le indagini sono nelle fasi preliminari e gli indagati sono da considerarsi presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’attività investigativa, pertanto, prosegue al fine di chiarire ogni ulteriore aspetto utile alla completa ricostruzione della dinamica dei fatti e dalle circostanze che hanno condotto al grave delitto.

Ieri i Funerali del 22enne, il parroco: “Prendiamo le distanze da questo modo di vivere”

"Tragedie come questa rappresentano l'apice di un modo di ragionare, di vivere, dal quale ciascuno di noi è chiamato a prendere le distanze. Basta con ogni forma di violenza che distrugge e sconvolge". Così don Francesco Gentile, parroco di Isola Capo Rizzuto, nell'omelia al funerale di Filippo Verterame. Il sacerdote, davanti ad una folla commossa che ha gremito il duomo e la piazza antistante, ha richiamato "il valore del dono", ricordando la scelta della famiglia del giovane di autorizzare l'espianto degli organi. "Un gesto nobile - ha detto don Francesco - carico di significato. Abbiamo ascoltato il grido di Gesù sulla croce: Dio mio, perché? È lo stesso grido che sentiamo echeggiare in noi. Perché questa violenza? Perché non riusciamo ad imparare che la via della violenza è portatrice di morte? Si deve decidere da che parte vogliamo stare: questa tragedia non può lasciarci indifferenti o semplicemente commossi. Non dobbiamo più consentire che la rabbia e il risentimento decidano delle nostre e delle altrui esistenze. Oggi, tutti insieme, diciamo basta". 

Il sacerdote si é poi rivolto ai giovani. "Per onorare davvero la memoria di Filippo - ha detto - rigettate ogni genere di violenza. Isolate i violenti. Non li dovete ammirare. Non sono modelli da seguire". Quindi un appello agli adulti: "oggi il Signore ci chiede di scegliere cosa vogliamo fare. Vogliamo lasciare ai nostri figli un futuro di rancori, di vendette? Oppure vogliamo lasciare una traccia, un futuro di pace, di speranza? Che la morte di Filippo, quindi, non sia solo una pagina di cronaca, ma un appello che ci scuote, ci inquieta e ci spinge a vivere in modo nuovo".

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