Lamezia Terme - Un incontro "partecipato e sentito", promosso da Domenico Taverna (candidato PD al prossimo Consiglio Comunale), ha messo al centro del dibattito cittadino il futuro del quartiere Bruzia. Cittadini, residenti e rappresentanti della comunità si sono riuniti per discutere apertamente di problemi cronici, proposte concrete e, soprattutto, della necessità urgente di riconoscere il quartiere Bruzia come parte integrante e viva della città di Lamezia Terme. "La domanda - raccontano in una nota - da cui è partito il confronto è fondamentale: il quartiere Bruzia è davvero considerato un centro cittadino abitato o solo un agglomerato di strade su cui insistono abitazioni sparse? Una questione non solo semantica, ma sostanziale, poiché da questa risposta dipende la pianificazione urbanistica, l’erogazione dei servizi pubblici e la visione di sviluppo per l’intera area. Non si tratta di una zona qualunque. Il quartiere Bruzia rappresenta, di fatto, il punto d’unione dei tre Comuni che diedero origine a Lamezia Terme. Era persino prevista, in origine, la costruzione del nuovo Palazzo Municipale al suo interno. Inoltre, il quartiere costituisce il biglietto da visita di Lamezia Terme e la porta principale della città, purtroppo oggi caratterizzata da erbacce incolte e da una rotonda di benvenuto in condizioni indecorose".
La mancanza di sicurezza ambientale è uno dei nodi più gravi evidenziati. "In alcune zone interne - fanno sapere - sono presenti vere e proprie discariche a cielo aperto. La gestione delle acque piovane è altamente problematica: le acque scendono dalla parte alta della città e, trovando rifiuti nelle caditoie, causano frequenti allagamenti anche su strade ad alta percorrenza. Sul fronte delle infrastrutture, il quadro mostra molte strade interne ancora sterrate o dissestate, prive di marciapiedi o con marciapiedi impraticabili. La segnaletica è quasi inesistente e la sicurezza stradale è un miraggio. Grave anche la situazione dei servizi essenziali: in alcune aree manca ancora la rete fognaria, nonostante le famiglie paghino regolarmente le tasse. Il quartiere è sprovvisto di rete del metano, di fibra ottica e in diverse zone manca perfino l’illuminazione pubblica. Il disagio si estende alla vita quotidiana: mancano edifici scolastici di base e i genitori sono costretti a spostarsi quotidianamente per accompagnare i figli in altri quartieri. Il trasporto pubblico è insufficiente, i parcheggi pubblici assenti, e non esistono centri sportivi né spazi per l’aggregazione sociale, specialmente per ragazzi e anziani. Unico punto di riferimento resta da trent’anni la Chiesa del Redentore, che ha messo a disposizione il proprio piazzale anche per finalità pubbliche. Questo spazio potrebbe diventare un parco polifunzionale, ma mancano risorse e volontà istituzionale. Inoltre, nel piano della Protezione Civile del comune di Lamezia, il piazzale della Chiesa del Redentore è stato designato quale punto di raccolta in caso di calamità naturali per la zona di Nicastro sud e pertanto è necessario garantire anche dei servizi idonei".
Infine, è emersa la necessità di un controllo rigoroso sull’abusivismo edilizio, distinguendo tra chi ha costruito per bisogno e chi lo fa per lucro, aggravando una situazione già fragile. L’incontro, che ha goduto anche degli interventi della candidata del Partito Democratico Lidia Vescio e della Consigliera regionale Amalia Bruni, ha dimostrato che il quartiere Bruzia non vuole restare invisibile. “È tempo di riscoprire l’identità della città e del quartiere – ha dichiarato Domenico Taverna – e per far ciò serve l’impegno condiviso di cittadini e istituzioni: analizzare i problemi, ascoltare le esigenze reali e proporre soluzioni nuove per costruire un futuro più giusto e vivibile.”
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