Lamezia, riflessione del Prc circolo A. Argada sul Primo Maggio

foto-I-maggio_a80d5.jpg

Lamezia Terme - "Oggi più che mai la giornata del primo maggio deve servire come occasione per considerare il mondo del lavoro e di chi il lavoro non ha. Sono coloro che negli ultimi anni hanno subito, dalle politiche neoliberiste, azioni di devastazione delle loro condizioni di vita, di arretramento dei diritti, di continuo prosciugamento dei salari, tanto che oggi la povertà colpisce ampi strati della stessa popolazione che un lavoro ce l'ha. Eppure, da qualche anno giace in parlamento una proposta di legge di iniziativa popolare, per il salario minimo, alla quale, come Rifondazione, abbiamo fortemente contribuito e della quale nessun gruppo parlamentare ne chiede la discussione, così come previsto per legge". È quanto si legge in una nota del Circolo A. Argada – Lamezia del Partito Rifondazione Comunista.

"Le politiche liberiste squadernate in questi anni - proseguono - si sono inverate con una  massiccia deregolamentazione che ha provocato l'aumento del lavoro nero e sottopagato, un sempre più scarso controllo sul rispetto delle norme a salvaguardia dei lavoratori. In questo contesto la nostra regione e la nostra città continuano a pagare prezzi altissimi in termini di povertà, precarietà, emigrazione giovanile, forte discriminazione delle donne lavoratrici mentre assistiamo sempre di più a dei veri e propri omicidi sui posti di lavoro. La Calabria ha un'incidenza infortunistica altissima, maggiore dell'incidenza media nazionale".

"E' potuto così accadere che nei primi tre mesi dell'anno, nella nostra regione, sono stati 10 i morti (veri e propri omicidi) sul lavoro. Due di questi (Francesco Stella, di 38 anni e Roberto Falbo di 52) sono avvenuti nell'area industriale di Lamezia. Molti, troppi sono stati gli infortuni in quell'area che non possono essere attribuiti al fato ma alle condizioni di lavoro incivili e quasi sicuramente alla responsabilità di chi è deputato al controllo e alla prevenzione. Quest'area meriterebbe un'indagine approfondita della magistratura che dovrebbe avere come priorità il rispetto delle norme di sicurezza nel lavoro e sulla salvaguardia dell'ambiente e di conseguenza della salute dei numerosi lavoratori e della popolazione del lametino. E' questa condizione, in cui versa il mondo del lavoro nel nostro Paese, che ci spinge a fare appello a tutti e a tutte per andare a votare SI ai 5 referendum, su lavoro e cittadinanza, dell'8 e 9 giugno promossi da sindacati e associazioni. 5 SI per dire: Stop ai licenziamenti illegittimi; Per chiedere più tutele per le lavoratrici e i lavoratori delle piccole imprese; Riduzione del lavoro precario; Più sicurezza sul lavoro; Più integrazione con la cittadinanza italiana".

© RIPRODUZIONE RISERVATA