Reggio Calabria - Tre persone sono state arrestate, dai carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, con l'accusa di tentato omicidio aggravato in concorso e detenzione e porto illegali di arma comune da sparo. Gli arresti sono stati fatti in esecuzione a due distinte ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse dal Gip del Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, su richiesta della Procura della Repubblica, che ha coordinato le indagini dei carabinieri sotto le direttive del Procuratore della Repubblica facente funzioni, Emanuele Crescenti.
I tentati omicidi a cui si fa riferimento nelle ordinanze sono due e vengono contestati alle tre persone arrestate stamane. Si tratta di due episodi avvenuti a Oppido Mamertina che hanno riguardato Domenico Feliciano e Giuseppe Gattellari, entrambi considerati vicini ad un contesto criminale di ‘ndrangheta.I tentati omicidi sono avvenuti, rispettivamente, il 22 settembre del 2011 ed il 2 maggio del 2012.
Il secondo tentato omicidio fu vendetta per il primo
"Le indagini ed il controllo del territorio, anche se non intervengono rilievi di matrice mafiosa, non si chiudono mai sino al raggiungimento dei responsabili di attività criminali". Lo ha detto il comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria, col. Lorenzo Falferi, nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i contenuti dell'operazione 'Nemesi', coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi, che ha portato all'emissione di tre ordinanze di custodia cautelare in carcere, per due tentati omicidi, a carico di Giorgio e Domenico Feliciano, di 79 e 45 anni, padre e figlio, e di Giuseppe Gattellari, di 32, tutti di Messignadi, frazione di Oppido Mamertina.
"Domenico Feliciano - ha detto il Procuratore della Repubblica facente funzioni di Palmi, Emanuele Crescenti - aveva subito un attentato a colpi di pistola nel settembre del 2011. Sin dal giorno dopo il gravissimo episodio, Feliciano aveva lasciato il paese per riparare al nord. Una volta avuto assicurazioni dai suoi familiari che l'episodio non avrebbe avuto seguito, tornò a Messignadi".
Successivamente, però, Domenico Feliciano restò vittima di un agguato mentre era alla guida della propria automobile. Nell'occasione, però, i colpi di pistola sparati danneggiarono soltanto la vettura. I Feliciano, secondo quanto è emerso dalle indagini, avevano un debito di 3.500 euro con Gattellari, che avevano saldato subito dopo l'attentato di cui era stato vittima Domenico Feliciano.
"Evidentemente però - hanno riferito gli inquirenti - la partita per i Feliciano non era chiusa, tant'è che nel maggio 2012 fu ferito in modo grave con alcuni colpi d'arma da fuoco Giuseppe Gattellari mentre lavorava in campagna. "Nessuno degli arrestati - ha detto il procuratore Crescenti - ha rivelato nulla, ma le indagini hanno comunque permesso di fare emergere le dinamiche alla base del contrasto tra i due gruppi". Il gip del Tribunale di Palmi, Paolo Ramondino, ha concesso gli arresti domiciliari per motivi di salute a Giorgio Feliciano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA