Processo Perseo rito abbreviato, ecco perché è stata assolta Tiziana D’Agosto

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Lamezia Terme – Sono state rese pubbliche le motivazioni della sentenza del processo Perseo, celebrato con il rito abbreviato al Tribunale di Catanzaro. La sentenza era stata emessa dal Gup di Catanzaro, l’8 giugno scorso e aveva portato a 20 condanne, tra cui tre ergastoli, 25 assoluzioni e 3 non luogo a procedere. Sulle sentenze di rito abbreviato il pm può appellarsi solo per quanto riguarda le assoluzioni e si aspettano le motivazioni per poter poi procedere con l’appello. Nelle motivazioni, rese pubblichi ieri, tra le persone coinvolte arrestate e poi giudicate secondo il rito abbreviato, c’è anche l’avvocatessa lametina Tiziana D’Agosto, che in questo procedimento è stata assolta “perché il fatto non sussiste”. La legale era stata accusata di aver assunto “il ruolo di concorrente esterno della struttura organizzativa dell’associazione criminale di stampo mafioso denominata cosca Giampà di Nicastro- Lamezia Terme”. Un ruolo che l’accusa definì “dinamico e funzionale”, “rimanendo a disposizione della cosca Giampà”.

La D’Agosto era tra l’altro accusata dal Pubblico Ministero “del passaggio di informazioni riservate (…) in virtù di un rapporto privilegiato con i fratelli Franco e Gino Trovato, derivante anche da legami di tipo parentale, andando al di là del mandato prettamente difensivo”. Secondo il Pm “veicolando notizie da e per il carcere (..) provenienti da atti di altri procedimenti penali relativi alla cosca Torcasio-Gualtieri-Cerra”.Nelle motivazioni della sentenza, il Gup, che ha mandato assolta la D’Agosto, non ha ritenuto sufficienti per una condanna, il quadro accusatorio presentato dal Pubblico Ministero Elio Romano. Per il Gup le accuse si sono basate sulle dichiarazioni di tre collaboratori di giustizia: Angelo Torcasio, Umberto Egidio Muraca e il boss Giuseppe Giampà. Prendendo in considerazione quanto affermato dai tre pentiti, il Gup sostiene che, nel caso specifico riguardante le dichiarazioni di Angelo Torcasio sulla D’Agosto, in merito all’accusa di divulgazione delle copie degli atti dell’Operazione Spes a Franco Trovato che le avrebbe poi girate ai Giampà, “risulta evidente come lo stesso propalante non indichi la fonte di queste sue informazioni (non avendo chiaramente assistito direttamente ai fatti)” e pertanto il Gup scrive che “non si può non richiamare, anche in questa sede, il principio già più volte espresso nel corso di questo provvedimento circa la necessità che il chiamante de relato indichi da chi avrebbe appreso i fatti raccontati”.

A questo poi il Gup aggiunge il fatto che “gli atti in questione non erano secretati (anche perché se così fosse stato, l’avvocato D’Agosto non ne sarebbe entrata in possesso), anzi, erano di dominio pubblico, perché posti a fondamento dell’emissione di un provvedimento mediamente clamoroso, qual è un’ordinanza di custodia in carcere nei confronti di una molteplicità di indagati, i cui stralci (fonti di prova e passi motivazionali), in genere, vengono addirittura divulgati dagli stessi mass media” e che “Franco Trovato era soggetto, indagato nel procedimento Spes e destinatario della stessa mozione cautelare. Sicché la consegna nei suoi confronti di copia dei documenti del fascicolo processuale era atto prima ancora che legittimo, dovuto”.

Inoltre, sull’episodio contestato dall’accusa riguardante la nomina dell’avvocato D’Agosto, sollecitata da Bonaddio nel procedimento penale relativo all’omicidio Gualtieri, “a giudizio dello scrivente - scrive il Gup Perri nelle motivazioni - condividere l’impostazione accusatoria porterebbe paradossalmente a ritenere tutti quei legali, professionalmente affermati in zone ad alta densità mafiosa dei soggetti necessariamente collusi con la criminalità organizzata a causa della loro unica colpa di assistere un numero significativo di appartenenti ad una o più cosche operanti sul territorio”. Se queste sono le motivazioni per quanto riguarda le dichiarazioni di Torcasio, quelle di Giuseppe Giampà, boss dell’omonima cosca, vengono definite dal Gup “residuali” e che “non ricevano alcun riscontro estrinseco individualizzante”. Stesso discorso per le propalazioni di Umberto Egidio Muraca. “Trattasi – scrive il Gup - di dichiarazioni evidentemente neutre, prima ancora che isolate e non riscontrate”.

Aggiunge poi il Gup che “ne discende, alla luce di quanto detto, un quadro probatorio lacunoso e inidoneo a delineare alcuno degli elementi costitutivi del reato in contestazione”.Nel frattempo, il secondo processo Perseo, quello con rito ordinario che si sta celebrando al Tribunale di Lamezia Terme, potrebbe arrivare a sentenza entro poche settimane, visto che si stanno avviando alla conclusione le arringhe finali dei difensori dei 21 imputati. Nei prossimi giorni pubblicheremo le motivazioni riguardanti gli altri imputati andati assolti nel processo Perseo con rito abbreviato e ampi stralci delle motivazioni riguardanti tutti gli imputati del rito abbreviato saranno pubblicate nel prossimo numero del mensile Il Lametino.

C.S.

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