Quarant'anni senza Rino Gaetano: il cantautore calabrese in anticipo sui tempi e fonte d'ispirazione per generazioni

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Roma - All'alba del due giugno di quarant'anni fa Rino Gaetano moriva per le conseguenze di un incidente stradale: un terribile frontale tra la sua macchina, che aveva invaso la corsia opposta, e un camion sulla via Nomentana a Roma avvenuto nella notte. Aveva solo 31 anni. 

A rendere, se possibile, ancora più tragica la vicenda, è il fatto che l'artista calabrese fu respinto da vari ospedali a causa della mancanza di un'adeguata struttura di traumatologia cranica: quando finalmente arrivò al Policlinico Gemelli era tardi. E sull'assurdità di questa morte prematura è calata anche la nebbia inquietante di una premonizione: dieci anni prima nella "Ballata di Renzo" aveva raccontato una storia identica alla sua, un uomo investito da un auto che muore perché respinto dagli stessi ospedali che poi avrebbero respinto anche lui. Non è stata facile la breve carriera di Rino Gaetano: quando, dopo essersi trasferito a Roma alla fine degli anni '60, ha cominciato a muovere i primi passi nel mondo della musica, tutto ruotava attorno al Folkstudio dove è nata la scuola Romana di De Gregori e Venditti. 

Cantautore Calabrese, nato a Crotone nel 1950, viene ricordato per la sua voce ruvida, per la sua ironia e i profondi testi caratteristici delle sue canzoni, nonché per la denuncia sociale spesso celata dietro testi apparentemente leggeri e disimpegnati. Rimasto profondamente legato alle sue origini calabresi, rifiutò ogni sorta di etichetta e, a differenza di numerosi suoi contemporanei, evitò di schierarsi politicamente. Nonostante questo, i suoi componimenti non mancano di riferimenti e critiche alla classe politica italiana del tempo. A distanza di 40 anni dalla sua scomparsa si può ancora riconoscere l’originalità del suo stile e l’attualità delle sue parole, dalle quali emergeva un ironico spaccato dei mali che affliggevano la sua amata Calabria e l’Italia tutta.

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