Mostra iconografica su San Francesco di Paola a Spezzano della Sila

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Spezzano Della Sila (Cosenza) -  E’ stata inaugurata, nell’ambito dei festeggiamenti di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, nel convento minimo-francescano da poco restaurato, una mostra iconografica “La vita e i miracoli di San Francesco di Paola nelle illustrazioni seicentesche di Alessandro Baratta”, curata da Ercole Pasqua e Demetrio Guzzardi. L’iconografia di San Francesco (di cui ricorre il sesto centenario della nascita) ha origine dalla sua vera effige eseguita da Jean Bourdichon, pittore della corte di Luigi XI, amico personale del Fraticello calabrese. L’immagine fu ricavata dall’artista francese direttamente dal viso di Francesco, subito dopo la morte, ed utilizzata per i ritratti successivi. Tuttavia, come spiega una nota dei promotori della rassegna, la tradizione vuole che il primo ritratto fu fatto eseguire dal re Ferrante d’Aragona nel 1483, quando San Francesco fu suo ospite a Napoli, attualmente conservato nella chiesa di San Francesco di Paola a Montalto Uffugo. Tra i libri che presentano immagini sul Taumaturgo ebbe molto successo “La vita e i miracoli del gloriosissimo Padre San Francesco di Paola fondatore dell’Ordine dei Minimi”, con 64 incisioni di Alessandro Baratta, e le Rime di don Orazio Nardino, cosentino, edito a Napoli nel 1622. Gli esemplari della prima edizione sono conservati presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Civica di Cosenza e la Biblioteca della Casa Generalizia dell’Ordine dei Minimi a Roma.

Dell’incisore Alessandro Baratta si sa che era originario di Scigliano. Egli fu a Napoli tra il 1613 e il 1630, quando realizzò numerose stampe topografiche e vedute a volo d’uccello della città partenopea. “Il suo stile – si legge nella nota di presentazione della mostra - risulta legato ad un’impronta manierista, ma si mostra aperto a recepire le novità luministiche della pittura seicentesca. Gli studi di Pietro Amato sulle incisioni hanno individuato una correlazione con gli affreschi del chiostro del convento di Paterno Calabro, di cui si conservano ancora alcuni brani, ma non è ben chiaro se siano le stampe a dipendere da questi ultimi o viceversa. Le tavole illustrano episodi della vita di San Francesco di Paola, dalla nascita alla morte, con l’aggiunta di miracoli operati post mortem, fino alla canonizzazione celebrata da Leone X il 1° maggio 1519”.

Ciascuna incisione è corredata da una didascalia scritta a lettere capitali, in cui l’autore descrive brevemente l’episodio raffigurato, e da un sonetto in due quartine di don Orazio Nardino in corsivo. Nell’intero ciclo Alessandro Baratta si mostra sensibile nella raffigurazione del Santo, il cui aspetto cambia in base ai diversi periodi della sua vita: nelle prime tavole viene raffigurato come un giovane imberbe mentre in quelle successive sarà caratterizzato dalla barba lunga e dal cappuccio che gli ricopre il capo. L’opera del Baratta s’inserisce a pieno titolo nel filone dei grandi cicli iconografici sulla vita del Santo che furono realizzati, a partire dalla seconda metà del XVI secolo, in numerosi conventi italiani e d’oltralpe. Le sue incisioni a bulino esercitarono un notevole impulso divulgativo e furono un importante mezzo di diffusione della biografia e del messaggio di San Francesco che, attraverso le immagini, poté giungere fino agli strati più umili della popolazione. La mostra è aperta al pubblico fino a domenica. (lmp)

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