Lamezia, al via seminario “Uomini e donne tra autorità e desiderio” all’Oasi Bartolomea

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Lamezia Terme - Si chiama “Uomini e donne tra autorità e desiderio” la due giorni di seminario organizzata all'Oasi Bartolomea dall Associazione Mago Merlino.

A relazionare le due giornate Sandro Bellassai, docente e ricercatore presso l'Università di Bologna, dietro la coordinazione di Luisa Serratore, responsabile Mago Merlino.

Un argomento assai pregnante di significati, che si rende necessario approfondire, specie nella lettura del presente contrassegnato da un aumento di stereotipi legati all'identità sessuale. Un argomento che presenta molteplici argomenti da affrontare insieme. La contingenza, l'ambiente, l'epoca storica, e poi la natura e la cultura. Parla di 'mascolinità' e si riferisce allo stereotipo più comunemente utilizzato.

Concetto astratto di ciò che nella società viene abbinato all'uomo. Il genere, invece, si differenzia dal sesso perché indica la costituzione sociale dai significati di uomo e di donna. Oggi tali significati sono cambiati. "Le identità di genere sono costruzioni sociali - afferma Bellassai - la nostra stessa esperienza dello stare al mondo ci insegna qualcosa, non sono l'unico esperto, ognuno è esperto di se stesso".

Identità che, quindi, si determinano dal contesto in cui nascono. Spesso, anche se in maniera erronea, per contrastare questa opinione si cita la cultura.

"Fino a 50 anni fa prevaleva una certa cultura della mascolinità sulle donne che veniva associata a qualcosa di origine divina - continua - una legge della natura, qualcosa di indiscutibile. Un'idea di mascolinità da cui derivano altri concetti, quali virilità, misoginia, e omofobia". Ma la mascolinità non è scomparsa 50 anni fa, tuttavia ha perso quella legittimità tenuta per secoli. La questione nel tempo è divenuta molto protestata.

"Oggi si parla di crisi dei maschi - dice ancora Bellassai fornendo nuove chiavi di lettura - gli uomini sono confusi, soprattutto a causa della perdita della virilità a cui sono soliti affiancare un sempre maggiore protagonismo delle donne". Una questione, quella della virilità molto delicata, su cui occorre sorvegliare. "I due generi non vivono in una campana di vetro - dice il ricercatore - in una situazione patriarcale il grande terrore di tanti uomini era quello che le donne guadagnassero troppo spazio. La donna era giuridicamente minorenne, apparteneva al marito".

È dopo il secondo '800 che le donne si riuniscono e gli uomini intuiscono un periodo paragonabile alla fine del mondo, perché entra in ballo l'instabilità. Ad ogni azione delle donne corrisponde una reazione degli uomini. Spesso le iniziative maschile sono risposte a iniziative femminili.

"Per mascherare l'instabilità si costruisce il mito della immutabilità della natura, per cui ogni pretesa a cambiare questa legge universale è atto contro natura". Si rende così necessaria un'ortodossia rigida, conformismo ai due modelli. Una instabilità, e questo è il dato più innovativo e interessante, che colpisce però solo la mascolinità, non le donne. Si parla, fra le altre caratteristiche, di invisibilità. Laddove la femminilità è visibilmente sempre portavoce del proprio genere. "L' uomo a volte è uomo con la u maiuscola, altre volte con la u minuscola. L'uomo ha la facoltà di entrare e uscire da universalità e particolarità". 

Valeria D’Agostino

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