Riforma Agenzia beni confiscati, sede da Reggio Calabria a Roma

agenzia-dei-beni-confiscati-reggio-calabria.jpgAgenzia dei beni confiscati, sede di Reggio Calabria

Roma -  L'Agenzia per i beni sequestrati e confiscati  alla mafia potrà contare di trecento dipendenti ben formati contro i 100 lavoratori attuali, con lo spostamento della sede principale a Roma e non più a Reggio Calabria (che diventerà la sede secondaria con una banca dati aggiornata, mantenimento almeno delle 5 sedi attuali, guida della presidenza del Consiglio dei ministri; oggi l'Agenzia è sotto il ministero dell’Interno). Questo è quanto prevede, tra l’altro, la riforma che entro dicembre sarà approvata dal Parlamento.

“La riforma del sistema dei beni confiscati è stata fin dall'inizio della legislatura un nostro obiettivo e abbiamo dato un contributo importante - sostiene la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi. Il testo base all'esame della commissione  - chiarisce - è in sostanza il risultato dell'abbinamento tra una proposta di legge d'iniziativa popolare e la proposta di legge elaborata dalla Commissione Antimafia, che aveva svolto un approfondito lavoro d'indagine e presentato la prima Relazione proprio sulle lacune normative e le carenze organizzative che frenavano una buona gestione dei beni sottratti alle mafie. Siamo soddisfatti, il lavoro che si sta facendo in Commissione può dare nuovo slancio e nuova forza a un settore strategico della lotta alle mafie, in cui tra l'altro si gioca buona parte della credibilità delle istituzioni”.

La Riforma, dovrà essere approvata entro la fine dell'anno dal Parlamento, che approverà non solo la riforma dell'Agenzia per i beni confiscati, ma anche quella del Codice Antimafia nella parte che riguarda le misure di prevenzione. “I beni confiscati - dichiara la presidente della Commissione Giustizia della Camera, Donatella Ferranti - rappresentano una vera e propria fortuna: dal'1 agosto 2014 al 31 luglio 2015 sono stati sequestrati alla criminalità organizzata 14.530 beni, per un valore di 5,6 miliardi di euro e 3.801 confiscati (678 milioni il valore)”.

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