Cosenza – Sono state eseguite, dalla prima mattinata, 21 misure cautelari nei confronti di esponenti di una cosca di ‘ndrangheta e di un’organizzazione dedita al traffico di sostanza stupefacenti, operanti a Cosenza nell'ambito dell'operazione “Overture”. I militari del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal GIP di Catanzaro su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 21 persone ritenute appartenenti a due diversi gruppi criminali, espressione della storica consorteria mafiosa “Perna-Pranno”, ritenuti responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, ”associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti”, “tentata estorsione”, “detenzione e porto illegale di armi da fuoco”, “lesioni personali”, “ricettazione” e “furto”. I dettagli dell’operazione verranno comunicati nel corso di una conferenza stampa che si terrà al Comando Legione Carabinieri di Catanzaro, con il Procuratore Capo Nicola Gratteri, il Procuratore Aggiunto Vincenzo Capomolla e i vertici del Comando Provinciale Carabinieri di Cosenza.
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I Nomi
Alfonsino Falbo, 50 anni, (custodia cautelare in carcere);
Massimo Imbrogno, 58 anni, (custodia cautelare in carcere);
Vincenzo Laurato, 46 anni, (custodia cautelare in carcere);
Sergio Raimondo, 46 anni, (custodia cautelare in carcere);
Riccardo Gaglianese, 27 anni, (custodia cautelare in carcere);
Gaetano Bartone, 39 anni, (custodia cautelare in carcere);
Fusaro Gianfranco, 44 anni, (custodia cautelare in carcere);
Pietro Mazzei, 47 anni, (custodia cautelare in carcere);
Gianfranco Sganga, 46 anni, (custodia cautelare in carcere);
Emanuele Apuzzo, 36 anni, (custodia cautelare in carcere);
Ottavio Mignolo, 56 anni, (custodia cautelare in carcere);
Francesco Crupillo, 35 anni, (custodia cautelare in carcere);
Carmine Lio, 48 anni, (custodia cautelare in carcere);
Giuseppina Carbone, 57 anni, (arresti domiciliari);
Manuel Forte, 31 anni, (arresti domiciliari);
Alfredo Fusaro, 54 anni, (obbligo di dimora);
Egidio Cipolla, 26 anni, (obbligo di dimora);
Cesare Quarta, 28 anni, (obbligo di dimora);
William Castiglia, 33 anni, (obbligo di dimora);
Antonio Luca’, 28 anni, (obbligo di dimora);
Vittorio Imbrogno, 29 anni, (obbligo di dimora).
Il provvedimento scaturisce dall’ampia attività investigativa condotta dai Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza, e delegata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, che ha consentito di documentare la riorganizzazione territoriale del sodalizio, nonché comprovarne l’operatività attraverso il compimento di estorsioni, danneggiamenti, intimidazioni e reati contro la persona ed il patrimonio nel capoluogo bruzio e nei comuni limitrofi. In tale contesto, è stata, tra l’altro, accertata la responsabilità degli indagati in ordine a 3 episodi estorsivi in danno di altrettante imprese assegnatarie dei lavori di ampliamento dell’ospedale “Annunziata” di Cosenza, degli interventi per l’ammodernamento del sistema di illuminazione del campus universitario Unical di Rende e delle opere di restauro del Convento di San Francesco di Paola a Spezzano della Sila, vittime di atti intimidatori. In più circostanze, i componenti della consorteria hanno evidenziato la loro caratura criminale e il rigido controllo del territorio anche attraverso l’esecuzione di furti in danno di esercenti commerciali della zona. Diversi, poi, sono gli episodi di minaccia ed aggressione, tra cui quella ad un dipendente delle Ferrovie della Calabria presso la sede di Cosenza, “colpevole” di non aver assunto un atteggiamento tollerante a fronte delle condotte illecite poste in essere da altri colleghi, uno dei quali ha in ultimo chiesto l’intervento protettivo del sodalizio mafioso.
Le investigazioni hanno, inoltre, consentito di individuare un’altra organizzazione criminale – legata da vincoli parentali con la famiglia “Perna” – dedita all’approvvigionamento ed allo spaccio, attraverso una fitta rete di pusher, di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, hashish e marijuana, ricostruendo numerosi episodi di spaccio di sostanza stupefacente e procedendo a sequestri di stupefacente di vario tipo. È stata, inoltre, accertata la disponibilità, da parte degli esponenti dell’associazione criminale, di armi da fuoco, anche da guerra, e nel corso delle indagine sono state sequestrate: un mitragliatore Kalashnikov con matricola abrasa e relativo munizionamento; 8 pistole cal. 9x21, 380, 22, aventi matricola abrasa, con svariato munizionamento di diverso calibro; una carabina ad aria compressa.
Gratteri: "Imprenditori possono e devono denunciare"
"È giunto il momento che gli imprenditori si rendano conto che possono e devono denunciare". Lo ha detto il Procuratore della Dda di Catanzaro Nicola Gratteri nel corso della conferenza stampa per l'operazione "Overture" condotta dai carabinieri del Comando provinciale di Cosenza. Estorsioni danneggiamenti e armi da guerra non hanno fermato le denunce degli imprenditori vittime delle estorsioni da parte degli sgherri della consorteria "Perna-Pranno". "Siamo qui per conto di Gianfranco di San Vito" era la parola d'ordine e Gianfranco altri non è che Gianfranco Sganga, uscito dal carcere nel 2016 dopo una condanna per associazione mafiosa e rimessosi in fretta a capo della cosca. Il quartier generale delle attività criminali del gruppo era la zona di San Vito e il centro storico di Cosenza. "Oltre alle armi da guerra tra i ritrovamenti più inquietanti ci sono anche delle false divise dei carabinieri" ha detto il procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla. Ritrovamenti che lasciano presagire la possibilità di commettere attentati o omicidi. "L'indagine - ha sostenuto il comandante provinciale dell'Arma di Cosenza, colonnello Pietro Sutera - ha aperto uno squarcio inquietante del contesto nel quale gli indagati si muovevano". E' venuto fuori, così, il "sistema Cosenza", una sorta di pax mafiosa tra i vari gruppi criminali della città organizzati sullo spaccio e il rifornimento di droga e che si spartivano per zone le imprese da estorcere. Un'intesa suggellata dalla bacinella comune nella quale fare confluire una "rata" delle attività illecite.
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