Lamezia, processo "Reventinum" alle battute finali: in aula ultime discussioni prima della sentenza

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Lamezia Terme – Nuova discussione per Pm, parti civili e avvocati nell’ambito del processo “Reventinum” che si sta svolgendo nell’aula Garofalo del tribunale lametino. Dopo che era stata disposta la trascrizione di alcune intercettazioni mancanti, si è proceduto nuovamente con le conclusioni. Il processo è, dunque, alle battute finali. Nella prossima udienza in programma per il 19 ottobre, si dovrebbe arrivare a sentenza.

Oggi il Pubblico ministero ha ribadito le precedenti richieste di pena fatte del marzo scorso. In quell’udienza, a termine della sua requisitoria, il Pm Anna Chiara Reale, ha chiesto chieste pene dai 20 agli 8 anni di reclusione per gli otto imputati del processo “Reventinum”, davanti al Presidente Silvestri. Queste, le richieste di condanna: Marco Gallo - 20 anni di reclusione; Salvatore Mingoia - 15 anni di reclusione; Luciano Scalise - 19 anni e 6 mesi e 20mila di multa; Pino Scalise - 17 anni di reclusione e 15mila multa; Antonio Scalise - 8 anni di reclusione e 8mila di multa; Angelo Rotella - 11 anni di reclusione 4 mesi e 12 mila di multa; Bruno Cappellano - 9 anni di reclusione e 9mila multa; Carmela Grande - 8 anni di reclusione e 8mila di multa. Inoltre, il pubblico ministero ha chiesto che venga pronunciata sentenza di assoluzione per alcuni capi di imputazione nei confronti di Angelo Rotella (capo 21), Pino Scalise (capo 23), Salvatore Mingoia (capo 4). Il Pm, nelle sue conclusioni, ha ripercorso l’ascesa del gruppo degli Scalise e la lunga scia di sangue che ha interessato i paesi del Reventino, scaturita dalla storica contrapposizione tra le famiglie Mezzatesta e Scalise.

Il processo “Reventinum” è scaturito dall’operazione omonima scattata il 10 gennaio del 2019 contro il "gruppo storico della montagna". Un processo movimentato che ha avuto il suo clou con la testimonianza dei coniugi Scalise-Raso (era il 20 dicembre 2022) nel corso di quell'udienza hanno ritrattato quanto dichiarato in alcuni verbali di interrogatorio dell’estate scorsa ai magistrati della Dda di Catanzaro. Sembrava, infatti, che i due avrebbero intrapreso un percorso di collaborazione con la giustizia ma nel corso del processo vi è stato un passo indietro da parte dei coniugi. Pertanto, il Tribunale ha anche valutato per l’acquisizione dei verbali dopo le ritrattazioni e i "non ricordo" di decine di testimoni chiamati in aula per deporre nel corso del dibattimento. Il 19, quindi, si proseguirà con la discussione dell’ultimo difensore degli imputati, eventuali repliche del Pm e al termine i giudici si ritireranno in camera di consiglio per la sentenza.

R. V.

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