Lamezia, associazione “…dei 40 Martiri” riscopre acquedotto borbonico in località Feudo

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Lamezia Terme - L'associazione “…dei 40 Martiri” pochi giorni fa si è recata in località “Feudo” - precisamente fra gli ulivi della tenuta agricola dell'azienda De Lorenzo, ex proprietà del Barone Nicotera - per verificare la segnalazione di un abitante della vicina Sant'Eufemia, riguardante la possibile presenza di un altro antico acquedotto, simile a quello già rinvenuto in data 20 gennaio nei pressi di Caronte.

Sul posto i componenti dell’associazione hanno potuto constatare come la struttura si sia conservata integra nel tempo, conservatasi intatta nonostante l'evidente fattura secolare, riconducibile all'epoca Borbonica. La custodia della originalità architettonica è da ricollegare anche allo scrupolosa attenzione dei proprietari del fondo, i quali hanno saputo mantenere e tutelare la struttura nella sua integrità, salvaguardando il cospicuo bagaglio storico insito in quelle splendide arcate.

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L'acquedotto in questione, largo circa 1,80 m, s'innalza dal piano campagna fino ad arrivare ad un altezza massima di circa 6 m, tutto questo estendendosi approssimativamente per 350 m. “Questo acquedotto, sconosciuto a molti lametini e dimenticato dagli organi di competenza, - scrivono dall’associazione Quaranta Martiri - attingeva sicuramente l'acqua dal torrente Cantagalli, dal quale è costeggiato parallelamente per qualche centinaio di metri. La magnificenza e la solennità di questa costruzione comunicano l'importanza che assumevano queste opere di canalizzazione in zone prettamente agricole, favorendo la crescita dei centri abitati vicini: mezzo di sostentamento delle genti e linfa di vita per gli ulivi storici, i quali oggi ci regalano il nostro celebre oro verde”.

L’associazione rende noto che, per confermarne le origini, è stato inviato tutto il materiale all’Archivio di Stato per avere conferma sulla struttura.

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