Lamezia Terme – “92 bambini del quartiere Sant’Eufemia, dai 5 ai 12 anni, possono passare ore di gioco, spensieratezza e socialità. Questo è possibile grazie a Padre Giuseppe Martinelli, parroco della Parrocchia San Giovanni Battista di Sant’Eufemia Lamezia, agli adulti volontari che si occupano di preparare e somministrare le merende e i pranzi 2 volte a settimana, 1 adulto coordinatore, ma soprattutto grazie a 36 animatori, giovani dai 14 ai 25 anni, la maggior parte in età scolare, che finita la scuola hanno scelto l’impegno in parrocchia al meritato riposo” è quanto si legge in una nota.
“Dura 3 settimane il Grest “Tutti x tutti” della Parrocchia San Giovanni Battista, si svolge di mattina e 2 volte a settimana si protrae nel pomeriggio. La preparazione e la formazione – informano - parte molto tempo prima, ma l’impegno, la responsabilità, il caldo e la levataccia mattutina sembrano non aver spaventato questi 36 ragazzi. Sorge spontaneo chiedersi cosa li spinga a rinunciare al riposo, al mare, all’ozio… le risposte sono le più disparate, ma tutti sono concordi nel dire che per loro è la migliore scelta mai fatta prima, anzi per qualcuno è la prima scelta consapevole e dove si è protagonisti”.
“Il grest per loro è un viaggio – continuano ancora - in cui ci si sperimenta responsabili, si è utili a qualcuno, ci si spende per i più piccoli, si impartisce un insegnamento silenzioso attraverso la testimonianza che mai più dimenticheranno, si lavora ma ci si diverte, si crea gruppo anzi famiglia, si cresce insieme! Qualcuno si chiede cosa avrebbe fatto o dove sarebbe se non avesse deciso di fare l’animatore? Questo denota una mancanza, di opportunità, di mezzi, o qualcos’altro ma questa mancanza l’hanno riempita di senso. Questi ragazzi si sono messi in gioco, hanno affrontato con coraggio il timore di sperimentarsi, la fatica di stare insieme, ma hanno scoperto il gusto di condividere”.
“Condividere il proprio tempo, le proprie capacità, la propria disponibilità. Qualcuno – continuano ancora - lo fa per riconoscenza verso qualcosa di ricevuto, qualcuno trascinato per amicizia, qualcuno per noia, qualcuno per la voglia di sperimentarsi, ma tutti per dare una possibilità a qualcun altro di godere di qualcosa in un quartiere dove non c’è molto da fare. E piuttosto che lamentarsi si sono impegnati in prima persona e non solo… hanno anche coinvolto persone del quartiere competenti per qualche tema o abilità per creare laboratori creativi o didattici”.
“Noi adulti, che dei giovani parliamo spesso come di coloro che sono disinteressati e fuggono le responsabilità forse dobbiamo fermarci di fronte all’impegno di questi ragazzi e rivedere la nostra idea su di loro. E forse quella convinzione che siamo noi in quanto più adulti ad insegnare ai più giovani deve lasciare il passo alla dimostrazione che in maniera silenziosa ma efficace sono loro che insegnano a noi a fare più fatti e meno parole, a credere nell’inimmaginabile, a creare bellezza dove il nostro sguardo vede abbandono. Grazie ragazzi, grazie a voi continuo a sperare nel futuro”.
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